BOLZANO. «Non ci serve un albo e tantomeno il titolo di sindaco emerito ma l’aiuto della Regione per arrivare al pagamento dei contributi pensionistici»: a rilanciare l’appello è stato ieri il presidente altoatesino del Consorzio dei Comuni Andreas Schatzer, che spiega il suo «no» alla proposta del consigliere provinciale trentino Marino Simoni.

Presidente, l’idea di entrare fra i sindaci emeriti non le piace proprio?

«Più che altro ritengo si tratti di una proposta inutile, che non contribuisce ad aiutare concretamente i primi cittadini, il cui carico di responsabilità durante il mandato è enorme. Il titolo di sindaco emerito sarebbe solo un inutile contentino».

È per questo che sia il Consorzio dei Comuni trentino che quello altoatesino hanno votato contro?

«Sicuramente questo è uno dei motivi. I problemi e le richieste dei sindaci, tanto in Alto Adige quanto in Trentino, oggi sono altre».

Quali?

«Deve essere garantito un trattamento equo a tutti i sindaci, a prescindere dal mestiere che facevano prima di entrare in politica. Oggi sono tutelati solamente coloro che avevano un lavoro da dipendente, a cui i Comuni devono comunque pagare tutto. Non va altrettanto bene a contadini, liberi professionisti o imprenditori».

Ma ai sindaci-agricoltori viene comunque riconosciuto qualcosa. Giusto?

«Solamente il minimo: 2 mila euro l’anno. Ripeto: non c’è uniformità».

Ritiene che gli altoatesini accetteranno di buon grado l’idea di riconoscere una pensione anche ai sindaci? Per molti è una sorta di vitalizio...

«No, siamo ben lontani da questo trattamento. Ci stiamo organizzando per riuscire a presentare all’assessore regionale Sepp Noggler una proposta soddisfacente, che confido venga recepita senza eccessive polemiche anche in Trentino».

Quanto ci vorrà per avere la proposta del Consorzio dei Comuni per la copertura dei contributi previdenziali a tutti i sindaci?

«Due mesi al massimo».

(max.bo.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA