I Tre Bicchieri a ventotto vini dell’Alto Adige

A spopolare quest’anno è il Pinot bianco Cede un po’ il Gewürztraminer, tengono i rossi


di Angelo Carrillo


BOLZANO. Pinot bianco in grande spolvero nell’edizione 2015 della guida ai vini d’Italia Gambero Rosso. Nel consueto anticipo della presentazione ufficiale sono stati resi noti i 28 “Tre Bicchieri” che la più influente guida dei vini italiana ha assegnato all’Alto Adige. Una delle edizioni di maggior successo visti i numeri. Con non poche sorprese. In primo luogo l’ottima performance del Pinot Bianco. Sei le bottiglie premiate contro tre Gewürztraminer, due Sauvignon Blanc, tra cui l’immarcescibile St Valentin di Hans Terzer, due Sylvaner e poi Riesling, Pinot Grigio, Veltliner e Müller Thurgau. Insomma quasi tutta la gamma dei bianchi atesini. Si conferma così un Alto Adige dal profilo sempre più bianchista che può guardare con ottimismo al futuro della sua enologia. Tra i 18 vincitori infatti, se qualche tipologia mostra un po’ la corda dopo fasti del passato – vedi il Gewürztraminer - all’orizzonte si affaccia già il nuovo campione destinato a conquistare il palato di esperti e non. Il Pinot Bianco. Un vino elegante e duttile. Capace di adattarsi ai semplici aperitivi e di reggere piatti complessi e ricchi quando invecchia. Tra i 18 bianchi premiati spiccano vecchie conoscenze come il Vorberg 2011 di Terlano. Un grande bianco dalla profonda trama minerale. Poi il Sirmian 2013. Un cru di quota che merita un più lungo affinamento in bottiglia ma che si troverà sul mercato a breve. Poi delle chicche tra cui l’Eichhorn 2013 di Manincor. Un secondo vino biologico: il Pinot Bianco 2013 della piccola ma eccellente cantina Stachlburg di Parcines. Sempre dalla Venosta il Pinot Bianco di Martin Aurich di Castel Juval e il Sonnenberg 2013 della cantina di Merano. Certo i produttori devono decidere al più presto una politica comune per questo bel vino. Ovvero se si preferisce giocarlo sulla freschezza o puntare su un invecchiamento di uno o due anni. All’appello non mancano naturalmente tre Gewürztraminer. Il vino che ha spopolato negli ultimi 10 anni. L’ottimo Nussbaumer si conferma campione della tipologia insieme all’ottimo Crescendo del Ritterhof e il raffinato Kastellaz di Elena Walch. In ordine sparso sono stati poi premiati due Sauvignon Blanc tra cui S.Michele Appiano che non si smentisce nemmeno quest’anno. Come sempre bene le tipologie della valle Isarco come Sylvaner e Riesling della Venosta di Falkenstein. Una nota a parte per l’unicità al Müller Thurgau di Tiefenbrunner. Il grande cru Feldmarschall von Fener 2012. Come sempre un grande vino.

Se i vini bianchi l’hanno fatta da padrone i vini rossi dimostrano come la categoria continui a essere amata e apprezzata anche nelle sue tipologie più popolari. Anche quest’anno ritorna sugli scudi la Schiava in due varianti. Si aggiudicano i tre bicchieri il S. Maddalena Antheos 2013 – della Tenuta Waldgries di Christian Plattner e il Lago di Caldaro Pfarrhof 2013 della Cantina di Caldaro. Grande successo. Ben rappresentato il Lagrein con Muri Gries e il Taber della cantina di Bolzano oltre all’eccellente Lagrein 2011 della cantina Unterganzner di Josephus Mayr. Conquista i tre bicchieri anche il Cabernet Sauvignon Lafóa 2011 Colterenzio e il Cabernet Löwengang 2010 Alois Lageder. Uno più buono dell’altro. Infine una segnalazione particolare per il Pinot Nero Riserva Trattmann Mazon 2011 Cantina Girlan di Gerhard Kofler che a nostro avvisa segna una svolta nella stilistica altoatesina di questo nobile vino portandolo a risultati e a una maturità mai raggiunta. Infine due vini dolci il Bianco Passito Anthos 2010 della cantina Erste + Neue e il Moscato Rosa 2012 dell’immancabile Franz Haas. Regge bene anche questa tipologia nonostante gli innumerevoli tentativi di imitazione messi in atto negli anni scorsi. Il moscato rosa di Franz Hass continua a dimostrare la sua straordinaria eleganza insieme a una polpa in cui il frutto la fa da padrone.

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