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Il ballottaggio, Mario Tagnin: "Parte dei soldi di Benko li darò ai quartieri"

Bolzano, l'ultimo appello del candidato sindaco del centrodestra


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Mario Tagnin, almeno sulla carta, parte battuto. Ma in ogni comizio, da Don Bosco a piazza Mazzini, ha sempre fatto capire di crederci fino in fondo. «Non metto limiti alla provvidenza, anche perché il mio avversario ha 23 anni più di me e rappresenta il vecchio. E si porta dietro un carrozzone, che non ha nemmeno provato a cambiare questa città».

Le parole che ha usato di più in questa campagna elettorale sono state “piazza” e “quartieri”, anche perché è da lì che vuole ripartire. Poi a ruota ci sono sicurezza, telecamere e lotta al degrado. C’è chi gli rimprovera di andare avanti a slogan, ma ieri il dentista bolzanino ce l’ha messa tutta per parlare (quasi) esclusivamente di cose concrete.

Se domenica sera diventasse sindaco quali sarebbero le prime cinque cose da fare?

«Parto dai vigili urbani, che vedrei volentieri in giro fino a tarda sera - anche a costo di rinunciare a qualche multa - mentre di notte serve più coordinamento con polizia e carabinieri. Attenuerei di molto le zone colorate introducendo la sosta breve per mezz’ora e riaprirei viale Trento. Eliminerei l’addizionale Irpef, anche se rappresenta l’1 per cento del bilancio comunale e farei rivivere le piazze bolzanine, oggi trascurate e sfruttate male».

Cosa non le piace delle piazze?

«Le piazze e i quartieri sono il fulcro della città. Non averne cura porta al degrado e non solo in periferia. Piazza Mazzini è in mano ai graffitari, mentre piazza Matteotti ha spazi ampissimi ma è sottostimata. Sarebbe stata ideale per ospitare l’evento sullo Street food. In via Resia, invece, una piazza non c’è mai stata. Ripartirei da qui».

E i quartieri?

«Per rilanciarli servono anche le risorse. Ecco perché parte dei soldi del progetto Benko li darei ai quartieri. Dalla riqualificazione di via Alto Adige deve avere vantaggi concreti tutta la città».

Nei quartieri stanno morendo i negozi di vicinato. Ha una ricetta per non prolungare questa lenta agonia?

«Sì, una molto pratica. Niente tasse per i primi tre anni a chi prende il posto di un’attività dismessa. Mi spiego meglio: se un negozio si svuota ad Aslago, chi arriva deve poter ripartire con un piccolo vantaggio. La presenza dei negozi, specie in periferia, tiene viva una comunità e lontana anche la criminalità. Ecco perché i quartieri devono tornare ad essere il centro della politica».

Che idea si è fatto dei (tanti) megastore? Dopo il Twenty arriveranno il Kaufhaus di Benko e quello di Aspiag in via Buozzi: sono troppi?

«Passeremo da zero a tre nel giro di pochi anni e questo è un cambiamento oggettivo. Ma non per questo aumenterà il giro d’affari: sarà il mercato a regolarne la presenza. Detto questo non dobbiamo abbandonare a loro stesse le piccole attività in periferia. Non possiamo permettercelo».

Traffico e viabilità: cosa non funziona e quali sono le priorità?

«La circonvallazione va fatta subito e il destino dell’A22 è quello di finire in galleria, così si ridurrà l’inquinamento ad Oltrisarco. Basta che cadano due gocce di pioggia perché la città vada in tilt. Dovremo riflettere seriamente anche su altri nodi: arginale, viale Trento, via Galilei, ma anche via Resia. Anche quest’ultima va decongestionata».

Qual è la sua ricetta per il futuro di Sasa?

«Più flessibilità e servizi mirati, anche in base agli eventi e alla necessità. Non può essere, ad esempio, che non ci sia un bus che riporta a casa i tifosi dell’hockey dopo la partita».

Le piace la rete delle ciclabili?

«Sì, sono un motivo di vanto della città, ma ce ne sono alcune davvero pericolose. Specie quelle in cui ciclisti e pedoni devono circolare assieme».

C’è chi sostiene che le nuove tariffe degli asili penalizzeranno solo i bolzanini. Concorda?

«Bisogna saper spiegare alla Provincia che il capoluogo ha esigenze diverse dalle valli. Servono strutture efficienti a prezzi low cost, soprattutto per le famiglie in cui entrambi i genitori lavorano».

Capitolo profughi: Bolzano ne ha troppi?

«Sì, finora la distribuzione non è stata equa. E va rimodulata con la periferia. Bisogna, poi, destinarli a lavori di pubblica utilità anche se sono in attesa di asilo. Se sotto ponte Palermo ci sono rifiuti è giusto servirsi di questa forza lavoro aggiuntiva per raccoglierli».

Confermerebbe l’ordinanza sull’accattonaggio molesto?

«Certo che sì. Tolleranza zero per chi non rispetta le regole, anche perché dietro ai mendicanti c’è il racket. Per i poveri, quelli veri, abbiamo una rete di assistenza che funziona».

Tema sicurezza: bastano le telecamere fortemente volute dal commissario Penta?

«Sa cosa mi fa arrabbiare di più? Quando si dice che il problema della sicurezza è solo percepito. L’Alto Adige, quasi tutti i giorni, è un bollettino di guerra. Penso alle ladre in casa in via Diaz o all’accoltellamento in piazza Erbe, solo per restare agli ultimi episodi. E meno male che secondo il mio sfidante Bolzano è in testa a tutte le classifiche e che grazie alle amministrazioni precedenti la città non ha problemi. Io, su questo tema, voglio proprio cambiare rotta. E le telecamere, da sole, non bastano. Il territorio va presidiato, giorno e notte».

Nello sport siamo (quasi) al top: manca ancora qualcosa?

«Sì, diverse cose. Partirei dalla pista Zero in via Genova, farei la seconda pista da hockey al Palaonda, sposterei la pista per le Bmx in modo tale da consentirci finalmente di ospitare gare internazionali. Anche per chi nuota gli spazi sono carenti. Lo sport, tra l’altro, è un volano eccellente per il turismo: servono anche nuovi hotel, perché molti turisti spesso sono costretti a migrare nei Comuni limitrofi».

E per la cultura?

«Non possiamo basare la nostra offerta solo su Ötzi. Serve un centro congressi in Zona e dobbiamo portare qualche attrazione sul Virgolo per farlo tornare agli antichi splendori».

Cosa le hanno chiesto le categorie economiche?

«Di snellire la burocrazia comunale. Bisogna favorire in ogni modo chi ha voglia di fare impresa. E il collegamento tra mondo del lavoro e scuola deve essere ancora più stretto per garantire una formazione di alta qualità. Le professionali, oggi, sono uno dei nostri fiori all’occhiello».

Tema rifiuti: giusto importarli da Trento per far funzionare (meglio) l’inceneritore?

«Ero contrario all’inceneritore, ma adesso che è stato costruito spendendo 140 milioni bisogna farlo funzionare. Importiamo i rifiuti delle valli di Fassa e Fiemme a beneficio anche del teleriscaldamento e, come contropartita per i cittadini, abbassiamo le tariffe».

Lei ieri è stato all’estrazione degli armadietti tra gli abbonati del Lido. Perché?

«Per capire dove e perché aveva sbagliato la giunta di centrosinistra. Semplicemente non ha ascoltato, in fase progettuale, le ragioni di chi il Lido lo frequenta da 40 anni. Una follia e un atto di grande arroganza con i soldi dei contribuenti».

Lei sulla carta parte battuto. Ha considerato l’idea di governare assieme a Pd ed Svp in una coalizione allargata?

«Mai. Sarebbe uno sciocco compromesso al ribasso. Attenzione, però, a non sottovalutare la delusione e la rabbia dei bolzanini. Ne hanno davvero abbastanza di questo modo di gestire e governare la città».

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