Il benzinaio milanista in pensione dopo quasi 40 anni

Serafino Antonelli: «Il lavoro? Funziona solo il self service» Il calcio: «Sono tra i fondatori del primo club rossonero»


di Alan Conti


BOLZANO. Una stazione di servizio e una bandiera rossonera. Da una parte l’affetto per un mestiere che esercita dal ’76, dall’altra un amore che prova da quando era bambino. Serafino Antonelli racconta così le grandi passioni che ne hanno fatto un personaggio molto conosciuto tra i bolzanini. Ricordi che arrivano a pochi giorni dal saluto definitivo a quel distributore di via Resia che dal ’91 gestisce e coordina ininterrottamente con la moglie. Anche se da sette anni il raggiungimento della pensione gli permetterebbe già di dedicarsi ai cinque nipoti. E al Milan perchè il Milan è un compagno di vita.

«Il 31 luglio lascerò definitivamente questa stazione gestita da Eni - spiega - perchè è arrivato il momento, dopo 25 anni, di ritirarsi definitivamente». Un lavoro, quello del benzinaio che è cambiato durante questo periodo. «In realtà io iniziai nel 1976 in via Duca d’Aosta. Devo dire che l’introduzione del self service è stato il momento più rivoluzionario del nostro mestiere. In quel periodo abbiamo aiutato moltissimi clienti ad imparare come si facesse rifornimento. Oggi tutti, praticamente, sono autonomi». E questo ha inciso sul mercato. «Certo, perchè ha dato spazio a nuove formule commerciali ma anche aperto la strada alle pompe bianche ovvero quelle completamente senza gestore. Meccanismi che vanno a incidere sul prezzo che rimane l’elemento principe della scelta degli automobilisti. Bastano due o tre cent in meno per cambiare e questo le compagnie petrolifere lo sanno». Non solo l’euro, però, è determinante. «No, certo, ci sono anche fattori legati alla nostra professionalità e al rapporto con la clientela che, lentamente, si riesce a creare». Finita, però, l’era dell’autolavaggio. «Lì il self service ormai impera, è una realtà e bisogna sapersi adeguare».

Oltre alla benzina, però, Antonelli ha sempre inseguito anche un pallone diretto in porta. Meglio a San Siro. «Il primo Milan Club di Bolzano chiamato “Bolzano Rossonera” aveva la sede proprio all’interno del mio distributore in via Duca d’Aosta. Seguiamo allo stadio tutte le partite di cartello, anche se ultimamente soffriamo rispetto agli anni d’oro delle Champions League. Un mio amico mi diceva “ama il Milan e scoprirai il mondo”. Aveva ragione».

Naturalmente c’è anche la famiglia a giocare un ruolo importante. Ho due figli, Andrea e Gianluca, entrambi vigili urbani. Inizialmente quando prendemmo il distributore l’idea era di gestirlo con loro poi hanno avuto questa opportunità professionale e oggi sono contenti così».

Ora, dunque, Antonelli si dedicherà al pokerissimo di nipotini, anche se un’idea per continuare a tenersi occupato gli frulla già nella testa. «Sì, ho pensato di fare il nonno vigile».

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