Il campo nomadi progettato su un’area a rischio alluvioni

Dopo l’inizio dei lavori si è scoperto il divieto di costruzione Ora il Comune sta valutando il declassamento della zona



MERANO. A distanza di pochi mesi dalla costosa posa di massi ciclopici lungo il letto dell'Adige per consentire la costruzione dell'area destinata al nuovo campo sinti, ora si scopre che proprio quell'area è impossibile possa ospitare casette e roulottes dei nomadi.

A dirlo è il piano delle zone di pericolo, recentemente approvato dalla giunta e dal consiglio comunale. «L'area - questo quanto recita la determina del Comune di Merano che ora prova a porre rimedio all'incredibile situazione - risulta essere classificata come zona di pericolo idraulico molto elevato malgrado l'intervento eseguito». Conseguenza è che diventa «impossibile l'iter realizzativo del campo nomadi».

Ma come, non si sapeva già da anni e con il buon senso del padre di famiglia, che costruire un campo nomadi dentro il letto di un fiume è pericoloso? Ora all'amministrazione comunale restano due strade da percorrere.

La prima alzare le mani e ammettere lo spreco di quattrini pubblici, quei soldi che sono serviti per allestire le recinzioni e soprattutto per creare il muro di massi ciclopici con il quale proteggere l'area dalle eventuali piene del fiume Adige in quel tratto, non impossibili vista la presenza a Tel di una chiusa che blocca l'acqua a scopo idroelettrico. La seconda soluzione è quella di cercare di declassare l'area dove sorgerà il campo nomadi da pericolo idraulico molto elevato a pericolo medio. In quest’ultimo modo si potrebbe far sì che i nomadi possano utilizzare il terreno in questione. La scelta tra i due percorsi è già stata fatta.

Nei giorni scorsi l'ufficio tecnico ha incaricato la società «Geodolomit» di realizzare uno studio di compatibilità idrogeologica per cercare di declassare l'area a rischio specifico medio e quindi consentire la prosecuzione dell'allestimento del campo con l'acquisto delle casette di legno e la realizzazione delle piazzole previste per gli autocaravan e le roulottes dei sinti residenti in città. Alla Geodolomit per lo studio saranno intanto pagati 2.200 euro.

Quello che nelle intenzioni della giunta guidata da Günther Januth poteva diventare uno degli argomenti da portare in campagna elettorale, da sventolare sotto il naso degli elettori come compito portato a termine, ora rischia di trasformarsi in un «boomerang». Non è infatti detto che le condizioni che la Geodolomit dovrà esaminare siano tali da consentire il declassamento dell'area.

Nel frattempo i sinti presenti tra campo sportivo della confluenza e cavalcavia della superstrada, un passo verso il nuovo campo nomadi lo hanno già compiuto, avvicinando le loro roulottes ai confini dell'area, ma anche al greto del fiume Adige, che in questi mesi invernali di sicuro non garantisce temperature ideali da sopportare.

La decisione di procedere con la costruzione del nuovo campo, che sorgerà a distanza di un paio di centinaia di metri da quello esistente sotto il viadotto Mebo alla confluenza Adige-Passirio, era stata presa dalla giunta comunale ormai oltre un anno fa dopo aver tentato invano di realizzare due strutture distinte in altrettanti luoghi della città. (rog)













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