Il candidato Svp-Pd? Dipende da Renzi
Ieri vertice del centrosinistra autonomista. Attesa la decisione del segretario. Blindato Bressa. E spuntano i Verdi nazionali
BOLZANO. Questa volta il viaggio a Roma (da Renzi) sarà decisivo. «Ci rivediamo venerdì»: si è congedato così ieri l’affollato tavolo del centrosinistra autonomista regionale e della Svp, riunito per le candidature alle elezioni politiche. Si sono fissati alcuni punti, ma è necessario il via libera del segretario del Pd per sistemare le caselle. Particolarmente complessa è la situazione trentina, ma tra i nodi c’è anche il candidato per la Camera del collegio Bolzano-Bassa Atesina. Il segretario del Pd Alessandro Huber e Carlo Costa, dopo l’assemblea del Pd di lunedì, arriveranno mercoledì all’incontro di Renzi con almeno un nome che dovrebbe rispondere al profilo «giusto» per l’alleanza Pd-Svp. «Ma dobbiamo sentire cosa ci dirà Renzi», riferisce Huber uscendo dal vertice. È questa la novità più vistosa rispetto alle trattative per le politiche del 2013. All’interno del patto nazionale tra Pd e Svp, l’accordo su Francesco Palermo venne trovato a livello locale. Non c’era la presenza così incombente del partito nazionale. Oggi il segretario nazionale del Pd deve compensare la corposa perdita di parlamentari stimata dai sondaggi con l’esame nome per nome dei candidati nelle regioni. Vengono chiesti candidati «renziani», su cui il segretario sappia di poter contare. Come conciliare questo diktat nazionale con la specificità altoatesina? «Verrà spiegato a Roma che l’alleanza con la Svp richiede un candidato locale, riconoscibile come autonomista, che parli tedesco», riferisce Christian Tommasini. È questo il quadro descritto anche dall’Obmann Philipp Achammer: «Il Pd di Bolzano deve sentire le proposte di Renzi. Aspettiamo che ci sia un nome e vedremo se accettare». Come ha ribadito il presidente Kompatscher a Renzi e Lotti, «serve un candidato che possa essere eletto», cioè che possa essere spendibile nelle valli. Su Gianclaudio Bressa candidato al Senato nel collegio di Bolzano-Bassa Atesina invece la discussione ieri è stata chiusa definitivamente. «È il nome che va bene a tutti», riferisce Huber. Al punto che nella Svp circola la battuta «al limite Bressa lo candidiamo noi», se dovesse saltare l’accordo con il Pd. Ma nessuno crede che si arriverà a una rottura. Intanto ieri è stata definita la coalizione in costruzione. Oltre a Svp, Pd di Bolzano e Trento, Patt e Upt, hanno partecipato al vertice la Civica popolare di Lorenzo Dellai, i socialisti e sono arrivati anche i Verdi nazionali con Marco Boato. E così il Pd (come nel resto d’Italia) nei collegi uninominali di Bressanone e Merano presenterà candidati insieme ai centristi e ai Verdi nazionali. E negli stessi collegi ci saranno anche, come concorrenti, i candidati dei Verdi altoatesini, alleati della sinistra di Liberi e uguali. Quando è guerra, è guerra. La Civica popolare di Dellai, Casini e Beatrice Lorenzin è rappresentata in Alto Adige da Angelo Gennaccaro e dalla civica meranese di Andrea Casolari.
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