«Il censimento impone il terzo Statuto»: Bressa (Pd) guarda alla nuova fase storica

Holzmann (Pdl): «Più italiani grazie alla dichiarazione etnica disgiunta»


di Orfeo Donatini


BOLZANO. Le prime indicazioni sull’andamento delle dichiarazioni di appartenenza etnica a seguito dell’ultimo censimento che vedrebbero il gruppo linguistico italiano consolidarsi superando la soglia del 27% ha suscitato una serie di commenti e reazioni.

L’onorevole Gianclaudio Bressa (Pd) non ha dubbi: «Si tratta indubbiamente di un dato che fa riflettere rispetto ad una fase nuova che in prospettiva sarà “la fase nuova” della società altoatesina sempre più caratterizzata dalla presenza di una comunità nuova di cittadini immigrati che diventa inevitabilmente soggetto attivo . E allora serve ripensare gli schemi tradizionali perchè non reggono più. La stagione del terzo Statuto si incarna del resto in una situazione sociale dinamica nuova, destinata ad essere sempre più rilevante, che va oltre i tre gruppi linguistici fino ad oggi presi in considerazione».

Per parte sua l’onorevole Giorgio Holzmann (Pdl) certo tiene conto del peso dei “nuovi” cittadini, ma guarda anche agli effetti della riforma del censimento: «Credo infatti - sostiene - che l’azione della Commissione dei Sei all’epoca presieduta da Guido Rispoli, e della quale facevo parte anch’io, che ha introdotto il censimento anonimo con la dichiarazione di appartenenza etnica disgiunta , abbia favorito una maggiore serenità e libertà. Praticamente per i cittadini del gruppo italiano non c’è più interesse a dichiararsi del gruppo tedesco per poter sperare di avere poi qualche vantaggio. E’ per questo che credo sia stata marginale l’influenza delle aggregazioni dei cittadini immigrati».

Il vicepresidente della giunta provinciale Christian Tommasini (Pd) è soddisfatto: «In attesa dell’ufficializzazione dei dati, credo sia la conferma di un nuovo clima di serenità sociale raggiunto. Poi credo possa essere frutto anche di quelle politiche di plurilinguismo da anni attuate con le giovani generazioni che evidentemente hanno “contagiato” anche quelle più anziane: non siamo più quel vecchio fortino assediato di un tempo. E forse serve una riflessione a tutto campo anche sullo strumento stesso del censimento etnico».

Per l’assessore provinciale Roberto Bizzo «se i dati saranno confermati, costituiranno un’ottima indicazione per la nostra società che avrebbe raggiunto un suo equilibrio consolidato e una maturità sconosciuta solo pochi decenni fa».

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