Il centro profughi rischia il collasso

Ospitati 105 immigrati ai Piani. Protestano gli stranieri che da mesi sono sulla lista d’attesa: «Dormiamo sotto i ponti»


di Susanna Petrone


BOLZANO. È emergenza profughi: il centro di via Macello rischia il collasso. Al momento sono ospitati 105 immigrati (ma non ne potrebbe tenerne più di 65). Tra questi ci sono anche i quaranta africani arrivati sabato pomeriggio da Lampedusa. A questi, se ne aggiungono altri 38 in lista d’attesa. Si tratta di cittadini afghani, che sabato sera hanno protestato davanti all’ex caserma Gorio dei Piani. Vogliono anche loro un posto nella struttura ma si sono visti “scavalcare” dagli eritrei salvati dai barconi. Una “guerra” tra poveri. I conti sono presto fatti: ci sono 65 profughi regolari, che hanno diritto a un letto all’interno del centro, 40 nuovi arrivati, che dormono nei container approntati dalla Protezione civile, e 38 immigrati che allo stato attuale vivono sotto i ponti o nei parchi di Bolzano. Andrea Tremolada, coordinatore area profughi e migranti dell’associazione Volontarius, si è occupato dei nuovi arrivati: «Sono stanchi, stremati dal lungo viaggio e alcuni di loro sono stati portati per precauzione in ospedale perché avevano la febbre alta e la bronchite». Al centro dei Piani c’è un via vai di persone. Gli immigrati arrivati sabato pomeriggio, 39 dell’Eritrea e uno dal Sudan, sono avvolti da coperte e asciugamani. Quando sono partiti indossavano ciabatte, pantaloncini, vestiti estivi. «Stiamo cercando di procurare loro indumenti più pesanti - spiega Tremolada -. Quando sono scesi dall’aereo, erano spaventati. Per qualche giorno resteranno in quarantena e non potranno lasciare l’area». Visto che non sono vaccinati, il rischio è che trasmettano tubercolosi, malaria, scabbia. Verranno visitati domani. Un ragazzo si avvicina al cancello. Parla un po’ di inglese. «Sono partito tre mesi fa - racconta -. Non avevo abbastanza soldi, quindi ho camminato. Ho passato settimane nel deserto». Poi l’arrivo presso un campo di raccolta in Libia. «Lì trattano le persone come animali - prosegue -. Non sai quando verrai imbarcato, ne dove stai andando, ne se vivrai». Lui è tra quelli che hanno passato cinque giorni su un barcone, in balia delle onde. Poi, giovedì, sono stati soccorsi dalla Marina. Una volta sbarcati a Lampedusa sono stati visitati e fatti salire su un aereo. «È il ministero degli Interni ad aver assegnato 40 profughi alla provincia di Bolzano - precisa Tremolada -. Ogni provincia ne ha accolti. Basti pensare che sono arrivati 4 mila immigrati in questi giorni e altri 1.500 stanno sbarcando in questo momento». Il coordinatore di Volontarius è stanco ma soddisfatto: «Sentire le grida di gioia all’altro capo del telefono quando i profughi ieri sera hanno contattato i loro familiari , ripaga di tutto».













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