Il «Cittadino» riparte e si apre a 170 nuovi soci 

L’avvocato Pasquali: decine di appuntamenti per rilanciare la vetrina culturale della città



BOLZANO. È la rinascita del circolo cittadino di Bolzano. Passa per le mani dell’avvocato Alberto Pasquali, già due volte presidente in passato, che negli ultimi mesi si è adoperato per rilanciare una delle più prestigiose istituzioni culturali cittadine, negli ultimi anni in deciso affanno, come d’altronde l’intero mondo dell’associazionismo cittadino e non, in forte difficoltà per la carenza di soci, di volontari e pure di risorse per invitare personalità e personaggi che possano attrarre pubblico. L’avvocato Pasquali si è rimboccato le maniche, e prima di tutto ha avuto un’alzata d’ingegno: «Abbassare significativamente la quota annuale, da 350 a 100 euro, per allargare la platea dei soci a tutti gli strati sociali della città». Il risultato è arrivato ed è presto detto: «In poco tempo si è passati da 40 a 210 soci, aggiungendone 170 di nuovi». Il secondo passo? Un programma folto, nutrito, per i prossimi mesi. «Come in tutte le città italiane - racconta Pasquali - nel dopoguerra si sentì un’esigenza di aggregazione della società civile, e si decise l’istituzione del Circolo cittadino, nato nel marzo 1958, con prestigiosa sede a villa Boscoverde, alle pendici del Guncina. Ai tempi, era un circolo d’élite; le iscrizioni si accettavano con votazione: palle bianche e palle nere...» Il primo presidente fu Miori, «parlamentare nel periodo fascista, ma c’erano anche soci di lingua tedesca. Chissà perché poi si fece la nomea di circolo italiano, un po’ nazionalista». A un certo punto la proprietaria di villa Boscoverde, Maria Beatrice di Savoia - «per via della sua liaison con l’attore Maurizio Arena, facevano la bella vita» - decise di vendere la villa. Il diritto di prelazione era per il circolo, «ma alla fine si palesò l’avvocato Telchini, poi mio grande amico, che piombò come un falco dal Benelux e se la comprò per 40 milioni di lire, quando ne valeva almeno 200». A quel punto, il circolo subì il primo sfratto. I soci trovarono rifugio a palazzo Kuenburg, in via Mostra. «Le cose però andavano molto male, si stava per chiudere». Poi, col via libera del presidente Lentini, Pasquali e altri presero in mano la situazioni e ci fu un rinnovamento globale. «Superammo i 300 soci». Si puntò tutto su due aspetti: attività culturale estesa a tutta la città, attività ricreativa dedicata ai soci. «Facemmo venire molti personaggi, il primo fu Walter Bonatti, poi fu la volta di Peter Van Wood, Piero Angela, pian pianino salimmo. Il colpo grosso fu Pertini, nel 1984, per l’inaugurazione della mostra di Francesca Witzmann. Non annunciammo nemmeno la cosa, ma via Mostra straripava di gente, una cerimonia molto simpatica».

Poi ai circolo, «arrivarono tutti i big: Andreotti, Spadolini, attori; ci colpì soprattutto Enzo Tortora. Era il 1987, la sua odissea giudiziaria era finita, ma era malato. Mi raccontò tutto avanti e indietro da via Laurino, con le lacrime agli occhi».

Poi accadde un altro fatto grave: «La contessa Kuenburg, proprietaria della sede di via Mostra, ci disse: mi sposo, mi serve l’appartamento». Sfrattati per la seconda volta. «Disperati, non sapevamo cosa fare». Poi, Remo Ferretti, allora assessore provinciale alla Cultura e vicepresidente, disse: «C’è la taverna municipale, se la prendete vi aiuto io come Provincia». Non costò poco; Pasquali, assieme ad un altro socio, si accollarono tutto. «Firmato il contratto ero in crisi nera, pensavo di aver messo in crisi la famiglia per l’interesse altrui. Poi per fortuna andò tutto benissimo. Ferretti ci diede 250 milioni, gli altri 250 li misero i soci». L’attività poté dunque continuare. Pasquali, prima approdato in consiglio comunale poi in quello provinciale, un po’ lasciò. Terminata l’attività politica, si sentì però di dover riprendere in mano la situazione. Si era ben costruita una nuova sala, oltre a bar e ristorante, si erano invitati soci di vaglia, da Vittorio Sgarbi in avanti. «Ma, purtroppo, i soci calavano, e l’attività calava. D’altronde, l’intero associazionismo era entrato in crisi. Tutte le associazioni, di Bolzano e non solo, hanno cominciato ad avere meno iscrizioni, meno risorse e quindi meno possibilità di chiamare gente da fuori, che poi era la particolarità che distingueva il circolo cittadino: far venire a Bolzano personaggi di levatura nazionale». Un peccato, anche perché avere una sede storica, del 1908, con quei begli affreschi di Albert Stolz, «bella ma spesso vuota», faceva piangere il cuore. Allora Pasquali che, nonostante l’età e l’impegno mai interrotto per il suo studio legale, «ma grazie a Dio sto bene e la voglia di fare non mi manca», ora si è nuovamente rimboccato le maniche. «Ho chiesto carta bianca alla presidente Carriere, per trasformare il circolo e la sua sede nella vetrina principale degli avvenimenti cittadini». Detto, fatto. Giù la quota di iscrizione, dalla cifra per tanti improponibile di prima al controvalore di due pranzi di adesso, impegno indefesso a cercar nuovi soci, «ne ho tesserati anche cinque al giorno», Pasquali ha innestato la sesta marcia. Da 40 si è passati a 210 soci. L’avvocato non può far nomi per la privacy, «ma abbiamo iscritto tutti i big di lingua tedesca». Poi c’è un gruppo giovani, «capeggiato dall’assessore Gennaccaro, già consigliere del Circolo». E si è cercato e trovato l’appoggio di Upad, Ussa, Centro cultura Alto Adige. Il 21 settembre si inaugura la stagione, il 27 si terrà l’assemblea generale per l’elezione del nuovo consiglio direttivo (Pasquali non si ricandida, «ne ho già fatti troppi»). Poi si attendono Samantha Cristoforetti, Lilli Gruber, Mogol, una mostra fotografica di omaggio a Gambara e Lettieri. E tanto tanto altro.(da.pa)













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