Il comitato pro megastore «Risvegliamo il Virgolo»

La portavoce: il Comune è immobile, i bolzanini vogliono che succeda qualcosa Secondo il commercialista Hager il tycoon austriaco sarebbe pronto a ritirarsi


di Davide Pasquali


BOLZANO. Un vero colpo di teatro, l’appello lanciato dall’associazione Bolzano Domani. Duplice. Il primo voluto, il secondo casuale ma che ha aiutato a spiegare meglio il concetto che si voleva trasmettere. Si è scelto uno dei luoghi più disastrati non solo di Bolzano ma dell’intero Alto Adige, ossia il Virgolo. Per rappresentare l’immobilismo del municipio bolzanino. Pochi minuti prima della conferenza stampa, per rincarare la dose, in loco sono giunte due pattuglie della questura, in zona per controlli. Perché sul Virgolo c’è di tutto, dai senza tetto ai balordi ai tossicodipendenti alle prostitute ai ragazzacci a far bisboccia. E ci sono perché nessuno ha riqualificato l’area. C’era una volta Thun, ma poi si sono messi di mezzo prima il comitato Il nostro Virgolo e poi la lentezza del Comune. Ora ci ha provato Benko, proponendo una contropartita pubblica per far digerire alla città il progetto privato di riqualificazione dell’areale della stazione autocorriere. Ma il Comune, con i suoi paletti, recentemente approvati, ha di fatto escluso la probabilità economico-finanziaria per realizzare qualcosa lassù.

Questa, in sintesi, la posizione espressa dall’associazione Bolzano Domani. Che ha letteralmente sparato a zero sul Comune di Bolzano, reo, a detta della portavoce Anna Piterelli, di immobilismo, su una vastissima gamma di aspetti, dalla disoccupazione, alla mancata realizzazione di opere pubbliche, alla pessima manutenzione degli immobili sociali, alla mancanza di coraggio nelle scelte di politica commerciale.

A rincarare la dose l’ex comandante provinciale degli Schützen Bacher e soprattutto l’ex presidente di Legacoop Alberto Stenico, il quale ha accusato il municipio e l’attuale esecutivo di non aver compreso che i tempi sono cambiati, che gli anni delle vacche grasse in cui mamma Provincia poteva pagare sono finiti e non torneranno mai più. Ergo, si dovrebbero cogliere al volo le occasioni di rilancio proposte dai privati, mentre invece, ancora una volta, il Comune sembra stia facendo di tutto per rallentare l’iter in favore di Benko.

E che Benko stia cominciando a ripensarci è chiaro, viste anche le dichiarazioni rese ieri dal plenipotenziario bolzanino dell’imprenditore austriaco. Il commercialista Karl Heinz Hager non ha infatti nascosto che le attuali lungaggini stanno pesando e che se non ad una rinuncia tout court, si potrebbe immaginare almeno un rinvio. «Se non andrà al primo giro, magari ne faremo un secondo». Non è dato sapere se in attesa che, magari, possa mutare qualcosa nella maggioranza che reggerà il municipio a partire da maggio 2015, dopo le elezioni comunali. Comunque sia, Hager ha anche precisato che finora Benko ha investito su Bolzano venti milioni di euro. Tanti soldi che, però, rappresentano soltanto lo 0,3% del valore del patrimonio immobiliare della sua società, la Signa. Come dire: possiamo anche permetterci di aspettare. Perché comunque gli immobili acquistati in zona via Alto Adige hanno un loro valore, al di là che li si abbatta o meno per realizzare il megastore.

Fra i presenti al Virgolo ieri, anche un gruppo di residenti, che hanno evidenziato come l’ente pubblico abbia sostanzialmente abbandonato l’area. «Siamo gli unici di tutto l’Alto Adige - hanno detto - a non avere nemmeno una strada di accesso degno di tale nome».

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