Il Comune: «La sala giochi va chiusa»

L’assessore Randi: «Le norme ci sono e vanno rispettate. Impugneremo la licenza provinciale». Subito il caso in giunta


di Mario Bertoldi


BOLZANO. «In Provincia ci dev’essere stato un inspiegabile black out perchè quella licenza non avrebbe potuto essere concessa. Ora il Comune dovrà intervenire subito». E’ lapidario e molto deciso l’assessore comunale alle politiche sociali Mauro Randi. La nuova sala giochi aperta al civico 50 di via Roma (in palese violazione di tutte le disposizioni in vigore per il settore), dovrà essere chiusa. La questione sarà portata quanto prima in giunta provinciale. «Dovremo chiedere al nostro ufficio legale di analizzare la situazione e di indicarci come intervenire - spiega ancora l’assessore - ma è fuori discussione che un intervento della nostra amministrazione dovrà esserci». In effetti le violazioni alla stessa legge provinciale che regolarmenta il settore del gioco d’azzardo sono evidenti. La nuova sala giochi (vietata ai minori di 18 anni) non rispetta la distanza minima di 300 metri da almeno cinque luoghi altamente sensibili e cioè la scuola professionale provinciale di via Roma, la scuola elementare Don Milani di viale Trieste, la scuola media Da Vinci di via Napoli, la Parrocchia Sacra Famiglia ed il lido di viale Trieste. Come l’amministrazione provinciale abbia potuto concedere il nulla osta per questa nuova sala giochi (violando la stessa legge provinciale) è un vero mistero. La struttura è gestita da immigrati cinesi che assicurano di aver avuto il via libera. Tra il resto in questa nuova sala giochi sono state installate non solo le classiche slot machine ma anche le videolottery che, promettendo vincite sino a 500 mila euro, inducono a spendere cifre sempre più consistenti. «Si è passata la misura - commenta ancora l’assessore Mauro Randi - le norme ci sono e vanno rispettate. Non possiamo stare a guardare chi apre attività basate su guadagni a scapito della gente che finisce per impoverirsi inseguendo un sogno». Oltre alla norma provinciale apparirebbero violate anche le disposizioni (ancora più severe) annunciate dal ministro alla salute Balduzzi ma non ancora in vigore. «Intendiamo intervenire subito a tutela della salute dei cittadini - spiega ancora l’assessore Randi - ma sarebbe opportuno che anche altri settori dell’economia locale decidessero di intervenire in maniera energica denunciando le violazioni delle disposizioni. Ogni mese l’Alto Adige brucia al gioco cifre da capogiro: bisogna rendersi conto che sono soldi sottratti all’economia locale perchè chi spende parte dello stipendio nelle slot poi non può permettersi di acquistarsi un vestito o un paio di scarpe o di andare a mangiare una pizza con gli amici».

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