Il conflitto balcanico raccontato ai ragazzi da chi lo ha vissuto

Studenti altoatesini e trentini per una settimana in Bosnia Hanno incontrato superstiti, psichiatri e militari


di Fabio Zamboni


BOLZANO. Dopo 16 ore di pullman, un folto gruppo di studenti dell’Alto Adige e del Trentino è arrivato lunedì a Sarajevo, in Bosnia, per vivere una settimana di esperienze a contatto con la realtà dei Paesi teatro della sanguinosa guerra di metà anni Novanta.

A guidarli, alcuni responsabili della Fondazione Langer di Bolzano, con Andrea Rizza in veste di esperta “guida” nei territori che ormai frequenta da anni e con i quali ha allacciato stretti rapporti di collaborazione e di scambio culturale. Questo nuovo progetto arriva dopo diversi viaggi a Srebrenica con studenti delle scuole superiori dell’Alto Adige, «ma è la prima volta – spiega Andrea Rizza - che riusciamo a fare sinergia con altri progetti consolidati sul nostro territorio (ProMemoria Auschwitz, per esempio) e penso che rappresenti una importante disponibilità della Provincia di Bolzano a investire sugli anticorpi culturali - specialmente riferiti alle nuove generazioni - come prevenzione verso l'emergere di chiusure etno-centriche».

«Abbiamo incontrato – racconta Rizza, particolarmente soddisfatto della massiccia partecipazione e del grande interesse di tutti - il generale Divjak, protagonista della difesa di Sarajevo, poi saremo a Srebrenica e oltre alla visita del Memoriale di Potocari (dove sono sepolte le vittime del genocidio di Srebrenica) incontreremo il gruppo di Adopt Srebrenica poi andremo a Tuzla dove incontreremo Irfanka Pasagic, psichiatra di Srebrenica, Premio Langer 2010 e Zijo Ribic, sopravvissuto allo sterminio del suo villaggio, primo rom a portare davanti a un tribunale la questione dei crimini di guerra subiti dal suo popolo nelle guerre jugoslave».

Prologo a questo viaggio, il 7 settembre  presso il circolo Aur-Ora si era svolto l’incontro formativo pre-partenza del progetto «Ultima fermata Srebrenica».

L’iniziativa, promossa da Arciragazzi di Bolzano, Arci del Trentino, associazione Deina, Cooperativa @ltrimondi in collaborazione con Fondazione Alexander Langer e teatro Zappa theater, e sostenuto dal Servizio giovani in lingua italiana della Provincia di Bolzano e dalle politiche giovanili della Provincia di Trento, prevede la realizzazione di un viaggio studio che ripercorrerà gli eventi che hanno segnato la storia del conflitto balcanico degli anni Novanta.

«Ultima fermata Srebrenica» si rivolge a tutti gli operatori attivi nell’ambito delle iniziative su memoria, legalità e cittadinanza.

In particolare, il principale obiettivo dei promotori è  quello di fornire ai partecipanti nuovi strumenti di comprensione ed azione, accrescendo lo spirito critico e la capacità di affrontare le situazioni complesse. I partecipanti a questo nuovo progetto, provenienti dalle due province autonome, stanno compiendo un viaggio nella storia dell’Europa, approfondendo il disfacimento dell’ex Jugoslavia ed il riproporsi, nel cuore del vecchio continente, dei nazionalismi e degli odi etnico-religiosi. La prospettiva balcanica rappresenta, quindi, un passaggio fondamentale per comprendere le criticità attuali. Tra le partecipanti c’era anche Julia Fistill, che ha sottolineato come la strage di Srebrenica e la storia della guerra dei Balcani siano tuttora un argomento (purtroppo) poco conosciuto fra i giovani. Molti ragazzi ora sono riusciti a colmare la lacuna.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità