Il crollo a Castel Reinegg «Colpa dei materiali»

Rizzolli: «Probabilmente la causa è un restauro non conforme di inizio ’900» Il sindaco di Sarentino: «Restituiremo questo capolavoro a tutta la nostra valle»


di Alan Conti


SARENTINO. Una meraviglia incastonata in un incanto. Peccato per quel lato che assomiglia tanto a un dente scheggiato in una bocca perfetta. Castel Reinegg brilla al sole che lo inonda nel verde cristallino, ma il crollo di una parte del muro di cinta sabato scorso, inutile girarci intorno, lo ferisce in modo netto.

«Inevitabile - allarga le braccia il sindaco di Sarentino Franz Thomas Locher - perchè è un simbolo del nostro territorio. Si vede da quasi tutti i punti ed è costantemente lambito dalla passeggiata che si dipana in tutta la valle». Questo maniero del 1283 è lì, antica bussola per turisti e residenti. Il crollo, inevitabile, ha sorpreso tutti e ancora si sfoglia la margherita delle possibili cause. A darne una spiegazione plausibile è l’autorevolezza nel campo di Helmuth Rizzolli, presidente della Fondazione Castelli. «Probabilmente quella porzione del muro di cinta è stata restaurata al termine dell’Ottocento oppure all’inizio del Novecento usando materiali non compatibili con il resto della struttura. Basta una differente variabile di cemento e calce per rendere meno prestante il coefficiente di dilatazione e incorrere in questi rischi. Decenni fa non si prestava troppa attenzione a queste cose».

Oggi, però, l’attenzione c’è eccome e Castel Reinegg, seppur di proprietà privata, affonda nettamente il basamento nel pubblico. «Abbiamo già avviato i sopralluoghi per mettere in sicurezza la zona - riprende il primo cittadino - e di concerto con i titolari realizzeremo un progetto di risanamento che rispetti totalmente il disegno originario». Si tenterà, per quanto possibile, di riutilizzare le pietre franate. Naturalmente rinforzate. «Il percorso non è così semplice - puntualizza Rizzolli - perchè ogni progetto deve essere vidimato dalla Soprintendenza ai Beni Artistici e Culturali. La stessa istituzione che si occupa dei controlli anche sui castelli che sono privati. Rimane sempre, infatti, una componente di interesse pubblico. Non a caso i lavori saranno in parte finanziati dalla proprietà e una parte attraverso contributi provinciali».

Questo castello, comunque, presenta alcune caratteristiche che lo rendono unico. «Certo - continua Rizzolli - perchè siamo al cospetto di un edificio che ha subito pochissime sovrastrutture negli anni. Di fatto è rimasto decisamente fedele alla sua conformazione originale». Locher conferma, seppur da una prospettiva più strettamente territoriale. Ci sono diversi turisti che vengono qui per ammirarlo dall’esterno. All’interno è più complesso accedere perchè privato, ma i proprietari si sono sempre dimostrati sensibili e disponibili».

Il maniero è del conte Pierpaolo Vergerio di Cesana: residente a Roma utilizza il castello come residenza per le ferie estive. Anche qui rieccheggia qualcosa di medievale. «Persone disponibilissime che amano molto questo edificio» garantisce il sindaco.

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