Il cuoco-ricercatore fa snack energetici con larve della farina

Klettenhammer, pusterese, in corsa per un ambito premio Il 19 novembre si assegna lo Swiss technology award


di Antonella Mattioli


BOLZANO. Da ragazzino pensava di fare il cuoco - in tasca ha il diploma della Scuola alberghiera di Merano - e Josef, suo padre, complice la nostalgia, sarebbe felice se il suo unico figlio lavorasse magari in qualche albergo vicino a casa, e invece il destino ha deciso diversamente.

Stefan Klettenhammer, 27 anni originario di Dobbiaco, è oggi un promettente ricercatore della facoltà di Scienze applicate degli alimenti dell’Università di Zurigo. Dopo il premio della Virginia Tech University, adesso assieme a Meinrad Koch e Philippe Geiger, è tra i finalisti dello Swiss Technology Award. Nella sezione invenzioni sono rimasti in tre a contendersi il prestigioso riconoscimento: il 19 novembre a Basilea ci sarà la proclamazione del vincitore. Il terzetto ha messo a punto una tecnica per l’estrazione delle proteine dalle larve. Una cosa che detta così ai profani fa una certa impressione, visto che l’obiettivo è quello di produrre a livello industriale - per essere mangiato - ciò che oggi si fa in laboratorio.

Chi ha avuto l’idea di fare una barretta energetica a base di “insetti”: lei che è lo “chef” del gruppetto?

«Non io, ma Meinrad Koch».

Che gusto ha?

«La barretta l’abbiamo fatta assaggiare ad un gruppo di studenti. Una situazione divertente, perché i ragazzi erano comprensibilmente scettici. Poi l’hanno provata e si sono resi conto che non era per nulla diversa da una qualsiasi altra barretta energetica».

Come nasce l’idea di questa ricerca?

«Dopo il diploma alla Scuola alberghiera, ho deciso che volevo continuare a studiare: mi sono iscritto a Biologia a Innsbruck e mi è piaciuto. Poi ho proseguito con Biotecnologie, la tesi a Scienze applicate di Zurigo era proprio sulla tecnica di estrazione delle proteine dalle larve».

Scusi, dalle larve di cosa?

«Dalla larva della farina, che scientificamente si chiama Tenebrio molitor».

Come mai proprio da queste larve?

«Qualsiasi insetto si presta: siamo in grado di estrarre le proteine da tutti. Il problema sono i costi. Un chilo di grilli, per capirsi, costa 100 euro, contro i 10 delle larve della farina».

Da un chilo quante proteine potete estrarre?

«Circa 180 grammi».

Con le vostre larve si potrebbe “sfamare” il mondo.

«È un progetto ambizioso ma realistico: nel 2050 nel mondo si dovranno sfamare 9 miliardi di persone. Le larve della farina producono la stessa quantità di proteine di un manzo con un dodicesimo dell’alimentazione. L'allevamento di insetti è "low tech" e quindi facilmente realizzabile anche nei Paesi poveri».

Mai pensato di tornare in Italia?

«Non lo escludo, come non escludo di andare in qualche altra parte del mondo. Certo è che oggi l’ateneo di Zurigo, mi offre ciò che più mi interessa, ovvero la possibilità di sperimentare».













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