esercizio abusivo 

Il dentista non era laureato Due professionisti a giudizio

BOLZANO. Due professionisti di origine padovana sono sotto processo a Bolzano con l’ accusa di esercizio abusivo della professione medica in concorso tra loro. Si tratta di padre e figlio, quest’ultim...



BOLZANO. Due professionisti di origine padovana sono sotto processo a Bolzano con l’ accusa di esercizio abusivo della professione medica in concorso tra loro. Si tratta di padre e figlio, quest’ultimo titolare di uno studio dentistico a Corvara. Le contestazioni di carattere professionale non sono state mosse nei confronti di quest’ultimo, ma del padre che avrebbe agito per anni in qualità di odontoiatra senza aver mai conseguito la laurea in medicina.

I fatti contestati sono datati (dal 2009 al 2011) e il procedimento è destinato ad essere prescritto nelle prossime settimane. Ieri però è iniziato il procedimento di primo grado davanti alla giudice Carla Scheidle.

Come detto la posizione processualmente più pesante è quella del professionista più anziano. Si tratta di Giorgio Galiazzo di 83 anni che si trova sotto processo assieme al figlio Luca.

Giorgio Galiazzo è accusato di aver esercitato abusivamente la professione di medico odontoiatra , per la quale è necessaria una specifica abilitazione statale. Non solo. Giorgio Galiazzo è anche accusato di aver operato senza aver mai conseguito la laurea in medicina. Nonostante ciò, secondo il capo d’imputazione, il professionista avrebbe operato direttamente in bocca ai pazienti, eseguendo tra l’altro anestesie ed estrazioni dentali.

Il figlio Luca, titolare di uno studio dentistico a Corvara, è invece regolarmente laureato ed abilitato professionalmente ma risponde del reato di esercizio abusivo della professione medica in concorso per avere - secondo l’accusa - permesso al padre di operare all’interno dello studio.

Come già accennato i fatti contestati sono racchiusi nell’arco di due anni (dal 2009 al 2011) ma il processo è destinato a finire nel nulla per intervento della prescrizione.

Entro fine anno, infatti, l’azione penale non sarà più esercitabile a seguito del periodo trascorso. (ma.be.)

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