Il fronte del «no» entra anche nei licei

Scolari al Carducci: «Per dire ciò che non è ancora stato detto»


di Paolo Campostrini


BOLZANO. Sono le scuole l'ultima trincea referendaria. E il liceo classico sembra aver già scelto da che parte stare tra i fronti Benko si e Benko no. Tanto che i primi accusano: «Lì stanno facendo politica».

Lì, in particolare, è l'aula magna del Carducci dove domani ci sarà una "lezione" dal titolo «Kaufhaus, tutto quello che non ti hanno detto..».

Legittimo ospitare in un liceo una delle due parti in causa? Si, per i promotori aderenti ai comitati anti-Pru, no per gli avversari che non avrebbero avuto, comunque, la medesima opportunità.

Il vero problema, invece, si anniderebbe nella lettera con la quale il preside del «Carducci» invita le famiglie dei ragazzi e naturalmente gli studenti , a partecipare all'incontro. Nella comunicazione ai genitori Andrea Pedevilla scrive: «L'architetto Scolari , co-coordinatore del Masterplan della città di Bolzano e già presidente della Fondazione architettura Alto Adige, presenterà gli aspetti principali del progetto ... E le ricadute che esso avrà sulla città ...». Firmato: il preside.

Qui, nella lettera, il tratto contestato riguarda gli elementi identificativi del relatore: Luigi Scolari è uno degli architetti, assieme a Christoph Mayr Fingerle, che più si sono spesi negli ultimi mesi affiancando i comitati anti-Benko ed è pubblicamente entrato in campo contestando le conclusioni della conferenza dei servizi o firmando appelli e petizioni dei gruppi anti Kaufhuas.

Tralasciare questo aspetto, presentando un incontro nel pieno del confronto politico in vista della contestazione, rischia di essere, secondo i benkiani, fuorviante.

Ecco il punto: nella lettera -invito all'evento che si svolge nella sua scuola Il professor Pedevilla non accenna al ruolo di "parte in causa" dell'architetto e alla sua esplicitata posizione sul tema. Insomma il problema sarebbe legato esclusivamente all'incompletezza dell' informazione offerta agli studenti. I quali, legittimamente, potrebbero non essere a conoscenza dell' oggettiva non imparzialità, rispetto al referendum , del relatore.

Come, al contrario, è assolutamente legittimo che Scolari esprima il suo pensiero e altrettanto garantita la libertà dell'istituto di ospitarlo. Ma su questo punto non è affatto d'accordo il gruppo Signa che lamenta, invece, di non essere mai stato nemmeno invitato ad esporre la sua visione della questione al Carducci.

Insomma: materia bollente. E infatti Heinz Peter Hager, il proconsole di Benko a Bolzano dice:

«Peccato per questa ennesima dimostrazione di parzialità. Perché gli studenti avrebbero meritato, visto che si tratta di una scuola pubblica, di ascoltare architetti ed esperti in grado di spiegare le due posizioni in campo per il referendum ».

Hager si riferisce all'altra "giornata jnformativa" sul progetto tenuta sempre al Classico da tre relatori anti-Kaufhaus.

Anche in quel caso già alla vista dei manifesti era intervenuta la Lega chiedendo alla sovrintendente di intervenire per «manifesta parzialità».

Ma senza successo. Da lì le prime accuse, rivolte al Classico e al suo preside, di offrire una tribuna non pienamente democratica del duro confronto in atto sul tema dove ogni elemento, anche il più tecnico, viene usato a contrario dai due schieramenti . Ma non è finita . Perché in un'altra scuola superiore bolzanina, il liceo scientifico Anich di via Fago sarebbe avvenuta, e in pieno orario di scuola " dalle 11 alle 12" ( così afferma la lettera di protesta inviata dal gruppo alla preside Ingrid Keim) un incontro con l'architetto Mayr Fingerle, altro esponente di punta del comitato referendario "no Kaufhaus".

Anche in questo caso, giovedì scorso , senza contraddittorio.

Le scuole dunque, come prima trincea politica. E non ci sarebbe neppure da sorprendersi visto che al referendum , e per la prima volta, saranno chiamati ad esprimersi anche i sedicenni.Il liceo ha confermato l'incontro informativo con Scolari martedì alle 17 . E in quell’occasione, assieme agli studenti, sono stati invitati anche i genitori. Che probabilmente avrebbero apprezzato il contraddittorio.

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