Il gabinetto in viaggio, storia della toilette nel corso dei secoli

Fa parte dell’esposizione anche «l’idillio di cartoline» nei bagni della struttura museale: opera di Schönweger



Se il viaggio è il momento in cui si tenta di lasciarsi alle spalle gli aspetti più sgradevoli della quotidianità, il rapporto con il wc è l'unica cosa a cui non possiamo sottrarci neppure per brevi periodi. Come la stessa arte di viaggiare, anche il "pensatoio" ha subito radicali trasformazioni nel corso dei secoli. Il Touriseum a Merano offre una mostra - «Il wc in viaggio» - visitabile fino al 30 settembre prossimo che è anche una breve storia culturale della toilette.

Fu inizialmente la cosiddetta "sedia comoda", o semplicemente "comoda", a dare un tocco di comfort all'espletazione dei bisogni della nobiltà Settecentesca. Alcuni esemplari erano richiudibili e trasportabili e consentivano ai nobili viaggiatori di ritrovare il consueto lusso anche durante il tragitto.

La reale funzione di questo pezzo di mobilio era spesso discretamente mascherata da forme stravaganti. Quello che non si poteva mascherare era l'odore che emanava dalle comode, cui si tentava di porre rimedio riempiendo i vasi di acqua.

«Grande protagonista della quotidianità del viaggio fu per molto tempo il vaso da notte. Quando gli alberghi erano ancora scarsamente dotati di impianti igienici, gli ospiti provvedevano ai loro bisogni in queste ciotole, che venivano collocate nel comodino e svuotate la mattina successiva dal personale dell'albergo. Lo stato delle toilette in molti piccoli hotel altoatesini è rimasto a lungo inalterato», afferma Evelyn Reso, collaboratrice scientifica del museo del turismo. Il vaso da notte è stato quindi a lungo protagonista della quotidianità del viaggio. I viaggiatori ne trovavano uno a disposizione in ogni alloggio,per molto più tempo di quanto si possa pensare. Gli hotel si sono dotati di veri e propri servizi sanitari solo relativamente tardi.

All'inizio dell'Ottocento, quando già il comfort della luce elettrica in tutte le camere e nelle sale da fumo e da ballo, nonché la presenza dell'ascensore erano dotazioni standard dei maggiori alberghi, nei Grand Hotel cominciarono ad apparire le prime toilette ai piani. Avere un bagno privato in camera non era ancora considerato una necessità. Ospiti illustri dell'Hotel Lago di Carezza, come Arthur Schnitzler o Agatha Christie, hanno utilizzato lo stesso bagno almeno fino agli anni Venti del Novecento. Un albergo particolarmente all'avanguardia fu il Grand Hotel Penegal, sulla Mendola, che offriva agli ospiti delle sue 200 camere un bagno privato già prima del 1910.

I gabinetti ad acqua trovarono ampia diffusione dalla metà dell’Ottocento in tutta l’Europa continentale. «Una delle prime toilette fu costruita nel 1860 a Coburg, nel castello di Ehrenburg. Era stata importata dall’Inghilterra, commissionata dalla regina Victoria che era spesso ospite a Coburg e desiderava ritrovare anche durante i viaggi il comfort abituale. Si racconta che solo lei potesse utilizzarlo», spiega Evelyn Reso. Tuttavia questi primi “water closet” da cui deriva anche la nostra definizione “wc” non devono essere intesi come quelli a cui siamo abituati a casa nostra. Si trattava più che altro di sedie-gabinetto, simili a un mobile, che nascondevano al loro interno un serbatoio d’acqua rabboccabile, e che pompavano l’acqua per il risciacquo grazie ad un sistema di pompe idrauliche e la riversavano in vasche di porcellana o catini di stagno. Non esistevano ancora tubi di scarico, e quindi il contenuto della toilette veniva convogliato in un pozzetto.

La prime sale da bagno fecero la loro comparsa negli alberghi all’inizio dell’Ottocento. Per lo più si trovavano di fianco al vano scale, nella parte esterna posteriore dell’albergo, più tardi vennero collocati nell’ambito del vano ascensore. Con l'introduzione della classificazione delle strutture ricettive negli anni Ottanta, la presenza del bagno in camera fu assunta come importante criterio di valutazione e in breve divenne uno standard.

«E’ solo un gabinetto, ma dimostra che anche le piccole cose possono generare bellezza». È questo il motto che ha seguito nella stagione 2012 anche il Touriseum presso Castel Trauttmansdorff. E quindi il museo ha deciso di dare un nuovo aspetto ai propri bagni in occasione della mostra «Il wc in viaggio».

L’artista meranese Matthias Schönweger ha creato con centinaia di cartoline postali il suo «idillio di cartoline». I visitatori del museo hanno ora la possibilità di godersi i panorami altoatesini anche dal gabinetto. Ognuna delle sei toilette del museo è un’opera unica e può essere considerata un’installazione artistica permanente.

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