tolleranza zero

Il giro di vite: dopo Bolzano, tocca a Venosta e Pusteria

BOLZANO. Dopo Bolzano, che in Provincia ha fatto da apripista, ora anche gli altri Comuni si stanno adeguando alla legge provinciale sui luoghi sensibili. Prima, il timore era grande. Si voleva...



BOLZANO. Dopo Bolzano, che in Provincia ha fatto da apripista, ora anche gli altri Comuni si stanno adeguando alla legge provinciale sui luoghi sensibili. Prima, il timore era grande. Si voleva attendere i ricorsi dei baristi bolzanini e vedere come sarebbero andati a finire. Perché nessuno voleva pagare dei risarcimenti. Poi, visto che a Bolzano è andata liscia, gli altri si sono adeguati, e con velocità di esecuzione anche molto più elevate. Dovute alle dimensioni ridotte dei municipi - meno bar da controllare - e alla sicurezza di poter agire senza dover poi fare marcia indietro. Ora come ora si sta agendo in maniera piuttosto pesante a Laives, nonché in Venosta e in Pusteria. Il problema vero, come evidenzia il noleggiatore e gestore di sale Michele Galasso, «è che oggi come oggi si continua a giocare, ma gli introiti sfuggono all’Erario». In due modi: intanto, essendo diminuite le macchinette legali, è calato il prelievo teorico. E poi, visto che da due anni i Monopoli di Stato non comunicano gli introiti dell’azzardo, Bolzano non riceve il 90% degli incassi dovuti. La Sicilia è stata più furba. Si è introdotto un codice tributo ad hoc: i soldi spettanti (per la regione siciliana il 100%) finiscono direttamente nelle casse regionali.(da.pa)

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