Il Governo invia altri 50 profughi, usato anche l’ex Hotel Alpi
I primi sono arrivati nel tardo pomeriggio di ieri: sono stati sistemati anche all’ex caserma Gorio Bocciata in Consiglio una mozione dei Verdi che chiedevano lo stop delle scorte trilaterali
BOLZANO. Arriveranno altri 50 profughi dopo gli sbarchi degli ultimi giorni e cominciano i primi trasferimenti all’interno dell’hotel Alpi. Nel frattempo alcuni migranti (fuori dal circuito delle assegnazioni ministeriali) che vengono fermati in stazione sono talmente determinati a raggiungere il Nord Europa da mettersi in cammino all’interno della galleria di Ponte Gardena.
Il tutto mentre il sindaco di Pozzallo (in provincia di Ragusa) Luigi Ammatuna annuncia una distribuzione dei profughi nei Comuni dell’Italia settentrionale, dopo un colloquio avuto con il premier Matteo Renzi: si prevedono dunque nuovi arrivi anche sul territorio altoatesino.
In questo complicato quadro ieri il consiglio provinciale ha bocciato una mozione presentata da Riccardo Dello Sbarba dei Verdi in cui si chiedeva un impegno per una serie di misure di sostegno al fenomeno. La più eclatante lo stop ai controlli trilaterali, ma di peso anche la volontà di rafforzare il soccorso sanitario alle stazioni di Bolzano e Bressanone, il superamento delle condizioni difficili della ex Caserma Gorio e l’avvio di una collaborazione con il servizio di salute mentale. Niente di tutto questo va bene all’aula, nemmeno un punto (possibile l’approvazione disgiunta di un singolo capitolo). A briglia sciolte, nella discussione, si lancia soprattutto la destra tedesca. Per Ulli Mair «i migranti non sono affatto poveri ed Austria e Germania hanno il diritto di respingerli», mentre Pius Leitner ripropone un evergreen: «Se i Verdi vogliono aiutarli che se li prendano a casa propria».
Andreas Pöder la mette sull’ansia («è possibile che tra loro ci siano diversi terroristi»), Myiriam Atz Tammerle sul giardino di casa («Abbiamo pensionati che sono più bisognosi,un po’ di sano egoismo andrebbe messo in atto») ed Elena Artioli critica il Ministero degli Interni «che mai avrebbe dovuto ratificare l’Accordo di Dublino». A sostegno della mozione le voci di Brigitte Foppa («il centro profughi di Bolzano è in condizioni drammatiche), Hans Heiss («Facciamo molto meno del Tirolo») e Alessandro Urzì («lo spirito della mozione è positivo e concreto»).
La chiusa riassuntiva arriva dall’assessore provinciale competente Martha Stcoker che spiega «come tutto quello che si poteva fare sia già stato fatto: abbiamo chiesto un incontro a Bruxelles per discutere ampiamente di questa emergenza». Niente da fare per un faccia a faccia con Austria e Germania o nell’Euregio. I cinquanta profughi in arrivo secondo la quota territoriale dello 0,8% saranno portati tutti all’ex Caserma Gorio ai Piani.
©RIPRODUZIONE RISERVATA