la polemica

Il gruppo Urzì: «Ex An delusi da Silvio? Non sono credibili»

BOLZANO. Guerra aperta nel centrodestra. Gli ex An confluiti in Fli, attaccanno gli ex-An restati nel Pdl per il “mal di pancia” su Berlusconi. «Gli strappetti, timidi quanto incerti e ancora non...



BOLZANO.

Guerra aperta nel centrodestra. Gli ex An confluiti in Fli, attaccanno gli ex-An restati nel Pdl per il “mal di pancia” su Berlusconi. «Gli strappetti, timidi quanto incerti e ancora non meglio definiti - scrivono in una nota Antonio Bova, Davide Orfino, Pasquale Paolillo, e Alessandro Urzì - a seguito della ridiscesa in campo di Berlusconi e della confusione integrale sul futuro del Popolo della Libertà, in cui tutti noi avevamo invero creduto, non ci convincono. Ci preme rilevare come tutto questo tardivo agitarsi appaia sospetto e non credibile. Sentire dire ora, da chi per due anni ci ha scaricato addosso ironia e cattiveria, dopo la nostra decisione di abbandonare il Pdl, cose che noi per abbiamo ripetuto senza sosta pagando un caro presso, non può in alcun modo risultare credibile. Il fatto che dicano tutto quello che abbiamo letto sul giornale solo oggi, ossia solo quando ha cominciato a vacillare il proprio personale futuro politico (come di fatto ammesso candidamente da alcuni di loro), fa risultare questi gesti di "coraggio" tardivi come paradossali e davvero strumentali. Ma che credibilità può avere chi è stato sino a ieri servitore acritico di Berlusconi e dei suoi colonnelli/camerieri, ed oggi scopre ciò che noi già da due anni dicevamo, ricavandoci per ciò solo scherno da essi stessi? Ma per favore...».

«E pregheremmo - si legge ancora - con l'occasione di non chiamarli semplicemente ex An, perché chi oggi ha cominciato a parlare per la disperazione di perdere le proprie posizioni è solo una piccola e modesta parte di quella che è stata la Alleanza nazionale che noi abbiamo in mente. Fosse stata una apertura di occhi ed orecchie sincere sarebbe stata indubbiamente da salutare. Ciò che ci fa pensare male è che tutto ciò accade perché cominciano a saltare le certezze sulla prosecuzione del proprio futuro politico. Ecco la differenza fra i timidi passetti di oggi di questi personaggi e il passo deciso compiuto due anni fa da ciascuno di noi».













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