Il lupo torna in Alto Adige e va a “cena” sulle piste

Corvara: due esemplari immortalati con le fototrappole dell’ufficio caccia e pesca Il direttore Spagnolli: «Esemplari giovani che si sono appena staccati dal branco»


di Alan Conti


CORVARA IN BADIA. I lupi sono tornati in Alto Adige. Dopo alcuni avvistamenti in val d’Ultimo, alle 4 e 25 di martedì scorso una coppia è stata immortalata da una fototrappola a Corvara. Curioso il luogo: direttamente sulla nota pista da sci Pralongià.

Decisivo il fiuto del guardacaccia locale Hubertus Tschaffert, che nei giorni scorsi aveva notato delle tracce sospette sulla neve. Il ritrovamento di una carcassa di un capriolo e nuovi segni di passaggio hanno convinto Tschaffert ad avvertire l’ufficio provinciale caccia e pesca. «Abbiamo esaminato il capriolo e gli altri indizi - conferma il direttore Luigi Spagnolli - optando per l’installazione di una fototrappola. A quel punto siamo riusciti ad avere la conferma della presenza dei due lupi».

Niente di allarmante, oltretutto questi due lupi difficilmente si fermeranno in zona. Molto diranno i prossimi test genetici su alcuni campioni di pelo ed escrementi prelevati, ma i tecnici provinciali un’idea sulla loro provenienza se la sono già fatta. Inizialmente si era pensato a due esemplari di un branco che si muove nel Bellunese: una puntata straordinaria per cacciare varcando il vicino confine di passo Campolongo. In realtà il loro potrebbe essere un allontanamento duraturo. «Con ogni probabilità si tratta di due giovani maschi, di circa due anni, che si sono staccati dal branco. È normale che, raggiunta una certa età, lo abbandonino per muoversi e andare a formare un nuovo branco. Dove e come lo stabiliranno loro. Decisivo l’incontro con una femmina». Difficile, insomma, tracciare un itinerario. «Sì, si muovono come vogliono ma non c’è nulla di cui preoccuparsi. Non vediamo particolari rischi per gli animali domestici e stiamo effettuando tutte le verifiche del caso sul loro comportamento. In Abruzzo hanno un numero altissimo di lupi e questo fenomeno lo gestiscono bene senza criticità. L’analisi genetica dei campioni che stiamo raccogliendo, inoltre, ci permetterà di capire esattamente la loro provenienza e la loro storia». Resta, sullo sfondo, la riflessione sulla gestione del lupo anche nel territorio altoatesino. «Certo - conclude Spagnolli - perché dobbiamo accettarne la presenza in un numero che garantisca la sopravvivenza del patrimonio genetico senza mettere a rischio l’ecosistema. Una valutazione che va oltre il singolo episodio di Corvara». I due lupi non sarebbero i primi a mettere le zampe in Alta Badia. Nell’inverno tra il 2012 e il 2013, infatti, venne avvistato Slavko che poi fondò un branco sui Monti Lessini con una lupa proveniente dall’Abruzzo.

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