«Il megastore brucerà duemila posti»

BOLZANO. «Viene presentata come un’occasione da non perdere per Bolzano, ma alla fine si rivelerà un boomerang». Dado Duzzi, commerciante e vicepresidente dell’Unione, fa parte di coloro che sono da...



BOLZANO. «Viene presentata come un’occasione da non perdere per Bolzano, ma alla fine si rivelerà un boomerang». Dado Duzzi, commerciante e vicepresidente dell’Unione, fa parte di coloro che sono da sempre contrari al progetto Benko.

«Ho cominciato a preoccuparmi, per la verità, dall’inizio del 2013, quando Benko ha acquistato palazzo Menz, partendo con l’operazione di penetrazione a Bolzano. Ha usato lo stesso stile anche in Austria e Germania».

Scusi, ma perché dice che diventerà un boomerang?

«Perché il suo centro commerciale potrà anche creare, come annunciato, mille posti di lavoro, ma ne distruggerà 2 mila. È bene che i bolzanini ne siano consapevoli».

Su che basi fa queste affermazioni?

«Non lo dico io, lo dicono gli studi fatti in Francia, Germania, Stati Uniti che dove arriva un centro commerciale è vero che si crea un certo numero di posti di lavoro, ma è dimostrato che se ne distruggono il doppio».

Per quale motivo?

«Perché l’effetto sarà quello di desertificare il commercio nei quartieri. Sta già succedendo con il Twenty. Il nuovo megastore sta mettendo in ginocchio le attività commerciali nelle zone di Novacella, Don Bosco, e grazie alla passerella anche Oltrisarco sta soffrendo».

I piccoli dovranno cercare di specializzarsi.

«Facile a dirsi, meno a farsi».

E il centro storico non ne soffrirà?

«Solo in minima parte. Anche se in centro storico oggi ci sono 60 mila metri quadrati di superficie commerciale e il megastore di Benko ne realizzerà altri 35 mila: una follia».

Dovrà riconoscere però che l’operazione consentirà di riqualificare un’area degradata: come Azienda di soggiorno avete più volte sollevato il problema.

«Ma per me riqualificare la zona non significa fare una gigantesca colata di cemento . In quell’area verranno realizzati 300 mila metri cubi di cemento. Ci rendiamo conto di cosa significa?»

Scusi e allora lei come riqualificherebbe quell’area che è il biglietto da visita di Bolzano?

«Come Azienda di soggiorno, a suo tempo, avevamo creato un gruppo ad hoc che aveva esaminato le problematiche di quella zona e aveva presentato al Comune una serie di proposte».

E poi?

«Non se n’è fatto nulla. Peccato, perché erano proposte che si potevano realizzare a costo zero».

Come vede, se non c’è un privato che ci mette i soldi, il Comune non fa nulla.

«Il Comune però non può consentire, come ha fatto la precedente amministrazione, che un privato arrivi, presenti il suo progetto e poi pretenda di attuarlo. Il discorso va rovesciato: il Comune deve decidere cosa serve davvero alla città e poi verificare se c’è qualche imprenditore interessato ad attuarlo».

Ammetterà però che i 70 milioni che arriveranno nelle casse del Comune, non sono proprio bruscolini.

«È tutto da dimostrare che arrivino e comunque c’è da chiedersi quando arriveranno. Ci sarà un acconto del 15%, il resto alla fine dell’opera. Ovvero tempi lunghi».

©RIPRODUZIONE RISERVATA













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