Il ministro: «La bandiera va esposta»

Pinotti: «Invito Kompatscher a ripensarci». La replica: faremo solo un minuto di silenzio. Spagnolli: «Sì, ma a mezz’asta»


di Paolo Campostrini


BOLZANO. Il problema è il simbolo più che il contenuto. Come sempre qui. E dunque la bandiera più che il modo di ricordare la Grande guerra. Dice infatti Roberta Pinotti, ministro della Difesa: «Non capisco Kompatscher. Il tricolore significa l'unità del Paese anche di fronte alla tragedia della guerra. Memoria, non celebrazione." Insiste la ministra: "Non si festeggia nulla. Si ricordano, per non dimenticarli, i 600mila morti e la sofferenza di milioni di donne e uomini". E ribadisce: "Spero che il presidente ci ripensi. Perchè nelle celebrazioni si parlerà di trincee e sofferenze di tutte e due le parti». Pinotti è molto vicina a Renzi. Pd, donna, attenta alle virgole e agli equilibri internazionali, non una nazionalista dell'ultima ora. Tanto che a Porta a Porta, dove il caso Alto Adige che dice no alla bandiera per il 24 maggio è calato con tutto l'impatto dell'enfasi nazional-popolare "vespiana", la ministra ricorda che la Rai manderà in onda per l'occasione Fango e gloria, tutt'altro che una celebrazione retorica delle trincee e delle devastazioni dell'"inutile strage" europea ma una riflessione sull'onda della cinematografia critica. E ribadisce: «Il 24 maggio un Paese unito nelle diversità dei ricordi e delle sensibilità ma unito. Questa è la bandiera».

Ma a Bolzano la Provincia dice no, il Comune dice ni e i partiti dicono sì, no, mah, forse. In pratica: Arno Kompatscher ha ribadito che "gli edifici di competenza provinciale" non vedranno il tricolore; Luigi Spagnolli, esporrà la bandiera dal Comune ma la terrà a mezz'asta, come nelle giornate di lutto stretto. Come suggerito dagli Ecosociali. I Verdi criticano l'operazione perché enfatizza un'entrata in guerra che, sempre e comunque, non andrebbe mai celebrata. La prefettura tace, come è inevitabile vista la precarietà degli equilibri territoriali mentre le destre godono, sotto traccia, del possibile scontro tra alleati (Kompatscher e Renzi) finalmente divisi non dalla politica ma dal simbolo dell'unità nazionale. E mentre da Roma, la presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni ne chiede le dimissioni, Kompatscher chiarisce: «L'inizio di una guerra non è un evento da festeggiare e mi sembra inappropriato esporre la bandiera. Accoglierò invece l'invito ad osservare un minuto di silenzio in memoria di tutte le vittime, per non dimenticare". A sua volta anche Spagnolli, stretto tra obblighi istituzionali, vicinanza delle elezioni e con i suoi ex alleati che avevano già preso una posizione nettamente critica, nel comunicare l'esposizione a mezz'asta aggiunge che "l'inizio di una guerra, come di tutte le guerre, costituisce già di per sè una sconfitta per l'umanità e per chi, come noi, crede nella convivenza pacifica". E il verde Hans Heiss: "L'entrata in guerra costituisce la cesura più profonda nella storia recente del Sudtirolo".













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