L'INTERVISTA vittorio sgarbi presidente museo d’arte moderna 

«Il Museion? È un flop Subito l’intesa col Mart» 

Verso la nuova direzione. «È il meno visitato d’Italia, paga scelte elitarie e lontane dalla gente». Intanto il cda ha individuato il nome del sostituto di Ragaglia, sarà comunicato a giugno 


Paolo Campostrini


Bolzano. Museion ha individuato proprio in questi giorni il nuovo direttore (lo rivelerà a giugno). Subito, Vittorio Sgarbi chiede un cambio di rotta. E fa una proposta: «Facciano un accordo con noi del Mart». E perché presidente? «Devono al più presto uscire dal loro isolazionismo. La direzione Ragaglia, con le sue scelte elitarie e lontane dalla gente, ha ridotto Museion ad essere il meno visitato d'Italia. Non sono numeri miei, sono dati ufficiali...». Il Vittorio nazionale non molla l'osso. Lo ha addentato da anni, da quando Letizia Ragaglia ha scelto la strada dell'arte concettuale e ha affondato ancor più i morsi dopo l'installazione di Goldi&Chiari portata via e dunque distrutta dalle donne delle pulizie che l'avevano presa (forse) per quella che avrebbe potuto essere, spazzatura, residuo di una festa mai avvenuta o solo immaginata. Ora che è stato nominato presidente del Mart (Museo di arte moderna e contemporanea) di Rovereto, Sgarbi chiede a Museion di girarsi dall'altra parte.

Presidente, l'istituzione bolzanina sta cambiando direttore.

Era ora. Ma non mi stupisce che la precedente selezione sia fallita. Venire a Bolzano è un'impresa. Ma lo è soprattutto con la fama che si è conquistato Museion...

Beh, famoso lo è diventato, no?

Intendevo fama per scelte sbagliate. E , badate bene, non voglio parlare per me. Sono i numeri: Museion è uno dei meno visitati d'Italia. Se non il meno in assoluto. E ci credo.

Perchè ci crede, professore?

Perchè ha fatto di tutto per allontanare la gente dall'arte contemporanea. Stacca biglietti solo per le scuole in visita e vede gente solo alle inaugurazioni. L'arte contemporanea in realtà, non è una, sono tante. La direttrice ne ha scelto una parte e va avanti senza guardarsi in giro. Con che risultato? Che nessuno, o pochissimi la vedono.

Che avrebbe dovuto fare?

Aprire gli occhi. Un museo deve diminuire il divario tra arte e popolo, non aumentarlo. Museion ha fatto il contrario. Ci va solo chi condivide le scelte. Che già sa. Non allarga lo sguardo.

Lei cosa suggerisce?

Beh, sarebbe bastato iniziare a fare mostre contemporanee proponendo, che so..., uno Gnoli. O introducendo altre correnti artistiche più capaci di essere propedeutiche ad una introduzione al contemporaneo. Così facendo invece si liscia il pelo solo alle mode. Ma neanche.

Che intende?

Che Museion guarda solo ai collezionisti, ai mercanti d'arte, agli altri curatori in un circolo autoreferenziale che gli consente di tessere relazioni di facciata ma non di aprirsi a Bolzano. Il concettuale assoluto, così come imposto dalla direzione, è una dittatura, una mancanza di rispetto verso la gente che, poverina, continua a non capire.

Cosa propone lei, dal Mart?

Di fare accordi con noi. Di uscire dal separatismo che lo condanna al vuoto, all'assenza di visitatori che pagano. Parlandosi si potrebbe ragionare sull'estrema varietà dell'arte oggi, del ritorno al figurativo, delle nuove correnti che si fanno strada, dalle idee che muovono tante altre istituzioni che, al contrario di Museion, hanno le file di gente all'entrata. Si potrebbe avviare un discorso di tipo bipolare.

Il che significa?

Guardare a oggi ma anche a ieri e a domani. Non è che uno si diversifica, come vorrebbe fare Museion, solo insistendo su una unica corrente. Vuole essere "solo" contemporaneo e non anche moderno come noi? Bene. Ma allora apra ai tanti contemporanei che invece ignora. Noi siamo qui, pronti a collaborare. Ma spero che il nuovo direttore arrivi presto. Così, altrimenti, non c'è dialogo.













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