BOLZANO. Il Sacro Cuore di Spagnolli è una domenica di passione. Tanto che ieri se ne è uscito con un sincero: «E allora facciamola 'sta giunta!» . Perché non solo ci prova. Ma ci crede adesso, il sindaco. E per due ragioni. La prima è che Cecilia Stefanelli è passata dal "sono pessimista" dei primi giorni di trattativa, a frasi più dubitative. E se la candidata sindaca rosso-verde, dall'inizio la più rigidamente coerente sui 10 punti programmatici ecosociali mostra meno angoli, allora la strada non è più in salita. La seconda ragione è nelle parole di Carlo Costa. Il punto di riferimento provinciale dei democratici sa che Bolzano, dopo quello che è accaduto a Laives e a Merano, deve dare risposte di governabilità. E deve darle ora. «È importante che anche gli ecosociali comprendano che se tutti stiamo fermi sulle nostre posizioni si rischiano avventure per la città. È il momento delle responsabilità». La sostanza della domanda che Costa sta trasmettendo ai possibili alleati è questa, fuor di virgolette: vi interessa il risultato o vi interessa il puntiglio; tenere il punto o ottenere una giunta di centrosinistra? Un ragionamento che lo stesso Costa, con Spagnolli, farà transitare all'interno dello stesso Pd. Perché il partito è, rispetto agli ecosociali e alla loro richiesta di un "no" quasi notarile, nero su bianco, al progetto Benko ( da richiedere ai democratici e alla Svp), su posizioni molto articolate. Si passa infatti da una adesione quasi completa al programma rosso-verde di Mauro Randi e della Franch a atteggiamenti più tiepidi, ad esempio, di Sandro Repetto. Che dice: «Siamo arrivati ad un punto di incontro su molti temi, dalla cultura, al sociale, alla macchina comunale, alla sicurezza. Dove si era molto più distanti. Non è il caso di imporre adesso firme in bianco su Benko. Va trovato un indirizzo complessivo sull'urbanistica e va, naturalmente, bloccata la procedura perché viziata da troppi passi falsi. Ma non va buttato a mare tutto un percorso fatto dalle giunte precedenti. Cioè da noi. I cittadini non capirebbero». In sostanza anche Carlo Costa sta lavorando perché, eventualmente, si creino le condizioni politiche perché si arrivi ad un no in consiglio ma senza che questo “no” sia frutto di un pizzino da firmare in commissione e valido erga omnes. Poi resta il rischio di una votazione in aula. «Quello dovremo tenercelo» ammette Repetto. Le posizioni degli alleati sul tema Pru sono infatti non univoche, si pensi a Dalla Ratta, a Benedikter, alla Pitarelli. Infine c'è un una ulteriore variabile che sta prendendo corpo nel delineare i possibili scenari di un voto su Benko in Comune che faccia seguito alla firma da parte del sindaco dell'accordo di programma (firma richiesta per legge). Cosa faranno le opposizioni? Voteranno sì, probabilmente. Ma se, come loro consente il regolamento, richiedessero il voto segreto? Quanti tra Pd, Svp, civici potrebbero sfilarsi dalla disciplina di partito? Urzì avrebbe tutto l'interesse a far tremare una coalizione appena formata. Ecco perchè i dirigenti Pd stanno provando ad arrivare al punto non attraverso una imposizione in sede di trattativa ma al termine di un percorso politico trasparente e condiviso. Domani si riuniscono le direzioni Pd, Svp e la Civica. Entro mezzogiorno, il sindaco accoglierà le eventuali controdeduzioni alla bozza programmatica. Martedì la convocazione della commissione degli otto. «Lì- ricorda il sindaco- anche gli ecosociali dovranno dirmi se vogliono governare con me o no». (p.ca.)