«Il nuovo Twenty? Non ci spazzerà via»

I commercianti di Four You: «Potremmo pagare l’effetto novità a dicembre, ma alla lunga servizio e qualità pagano»


di Massimiliano Bona


BOLZANO. «Ma proprio a dicembre dovevano aprire?»: questo è il commento più ricorrente dei negozianti del centro commerciale «Four You» sul nuovo megastore di via Galilei. Sono un centinaio, gestiscono attività più e meno storiche tra via Dalmazia, via Palermo, via Torino, via Milano e piazza Matteotti, e sanno bene che il «New Twenty» costituisce un pericolo. A pagare dazio saranno soprattutto i negozi di abbigliamento, ma non solo. «Ma non ci spazzeranno via - assicura la combattiva presidente Elena Bonaldi, che guida con la sorella la gioielleria di famiglia in via Dalmazia - perché sappiamo come fare la differenza. Qualità, servizio, attenzione al cliente, che spesso conosciamo anche per nome. Forse ha ragione Podini quando dice che starà meglio chi ha favorito il ricambio generazionale. Non dite, però, che Mizzon ha chiuso per l’arrivo del Twenty: i proprietari hanno scelto, legittimamente, di andare in pensione. Avevano un buon giro d’affari».

Patrizia Macrì, 45 anni, gestisce il negozio di abbigliamento «My Life» in via Torino. «So bene che l’abbigliamento è il settore che rischia di più. Almeno sulla carta. Qui ho aperto quattro anni fa e faccio quasi tutto da sola. Non ho dipendenti e se c’è tanto lavoro mi servo di una persona di fiducia a chiamata. I complimenti che apprezzo di più sono quelli dei clienti. Mi fanno capire che riesco a differenziarmi dalla massa. Gusto e passione sono fondamentali. Il Twenty? Certo, fa un po’ di paura. Ma lotteremo tutti con più energia di prima».

Luca Guerra e la moglie Arabella Polmonari gestiscono Ottica Gianni. «Negli ultimi due anni siamo passati da quattro a sei persone, segno evidente che la qualità paga. E questo in un settore che ha una concorrenza notevole. Al Twenty ha aperto una catena low cost, che non entrerà in competizione diretta con noi. Speriamo, al contrario, che chi va al cinema o a mangiare al megastore passi di qui e capisca che c’è una buona offerta commerciale. Noi siamo pronti. Di sicuro non sono gli sconti eccessivi a far tornare i clienti, ma la professionalità».

Mariuccia Visalli gestisce Fiorissimi in via Palermo. «Al megastore sono stata tre volte in cinque anni e non ho trovato personale competente. Sono uscita delusa persino quando cercavo sacchetti per l’aspirapolvere. Per l’elettronica preferisco andare da Vezzù in via Sassari e resto in zona anche per il cibo per animali. Penso che il megastore attiri la fascia di clientela dai 20 al 40: ci vanno anche solo per guardare o mangiare messicano».

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