Il parco cuore del progetto della cordata Oberrauch

A ridisegnarlo per il team di «Emozioni Alto Adige» è stato Andreas Kispar «Stiamo ideando la porta verde della città». Spazio anche a hotel e centro eventi


di Paolo Campostrini


BOLZANO. «Saranno stati vent'anni fa. Era la prima volta che venivo a Bolzano. E ci venivo per lui. Perchè allora, per noi paesaggisti, Bolzano era Gildo Spagnolli. E la vostra era la città-icona del verde. Ovunque in Italia. Ultimamente è un po' meno fiorita, ma lo sarà per poco. Stiamo progettando la porta verde di Bolzano». Chi veniva a Bolzano per ascoltare le lezioni del papà del sindaco e della sua giardineria è Andreas Kipar. È tedesco ma ha studio a Milano e lavora dappertutto. È lui una delle eccellenze professionali su cui "Emozioni Alto Adige" conta per battere Benko. Perché intorno al tricorno trasparente di Podrecca, il sistema di edifici che dovrebbe costituire l'anello di congiunzione tra il futuro (l'Areale della stazione riconvertita) e il presente (il centro storico), è verde la carta che Georg Oberrauch e la sua cordata di 37 volonterosi intende giocarsi. Kipar ne parla come già vedesse il parco: «Sarà il biglietto da visita della città. Il salotto buono. Con la spina dorsale costituita da via Stazione alberata e pedonalizzata, si uniranno i due settori oggi divisi. E le erbe perenni lo renderanno architettonico sia d'estate che d'inverno. Un percorso pieno di vita e di sorprese». È qui, dunque, che si annida uno dei punti d'attacco della cordata bolzanina in corsa per la riqualificazione dell'area della stazione autocorriere. E c'erano tutti ieri, nel giardino del Laurin, a mostrare le bandiere a neppure un mese di distanza dal giorno in cui la commissione paritetica Comune-Provincia scioglierà la prognosi e indicherà quale tra i due competitor costruirà il nuovo centro commerciale nel quadrante di via Perathoner. «Ma noi non faremo un semplice centro di negozi - ha subito chiarito Luciano Giovanelli- perchè oltre alla sinergia con le imprese locali, prevediamo nuovi piani di mobilità dolce, parco, un moderno hotel, centro eventi e congressi e un grande ristorante panoramico». È questa sinergia tra esistente e possibile, dentro un rispetto consapevole dei valori urbanistici bolzanini uno degli aspetti su cui ha più insisito anche il progettista: «Sarà un abito su misura - ha detto Boris Podrecca - non una confezione. E valorizzerà una delle qualità di Bolzano, il Landmark, il suo paesaggio, il panorama. Tra terrazze, vetri alle pareti e giardini». Perché la struttura cristallizzata in corrispondenza del tetto «unirà le tre architetture e consentirà di inserire l'edificio in modo armonioso nell'immagine della città». Nessuna forzatura dimensionale, quindi. Anche per mantenere le proporzioni rispetto all'architettura che verrà, quella della vicinissima Areale. E anche la mobilità sarà mantenuta dentro una cornice di compatibilità. «Punteremo sulle ciclabili- ha confermato il responsabile tecnico Stefano Mattei -, anzi, il progetto prevede esplicitamente un centro delle biciclette e mille parcheggi per le due ruote. Poi un tunnel per liberare dal traffico le vie pedonalizzate ma non troppo di più. Non vogliamo caricare il Comune di oneri finanziari futuri per mantenere gallerie sovradimensionate rispetto al traffico bolzanino». E a proposito di manutenzione, la cordata si offre di curare e mantenere in sicurezza l'area per i prossimi vent'anni. Sull'impegno finanziario Oberrauch e Giovanelli sono stati espliciti: «Contiamo di investire non meno di 250 milioni». Aspettando il 18 ottobre. Poi via al bando.

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