LA RICORRENZA

Il Parkhotel Laurin compie un secoloStaffler: "Bolzano non sa vendersi"


Alessio Pompanin


 

Dormire nella storia. I bolzanini che l'avranno fatto, in quanto residenti, saranno pochi ma sicuramente molti desiderano farlo. Perchè dormire nella storia locale è possile soggiornando al Parkhotel Laurin, un buen retiro che quest'anno festeggia un secolo di vita. E di storia, appunto. Quella storia che può raccontare autorevolmente Franz Staffler, omonimo del prozio che il Laurin lo inaugurò il giorno di Ferragosto del 1910. E se giovedì prossimo si presenteranno ufficialmente gli eventi che via via, in questi prossimi dodici mesi, contribuiranno a spalmare la celebrazione di cotanto compleanno a quattro stelle superior, intanto l'imprenditore bolzanino, che potremmo definire pronipote, prima che proprietario, del Parkhotel Laurin, ripensa al suo storico edificio, al suo secolo di storia. Ma pensa anche al significato dell'accoglienza e della promozione turistica a Bolzano. E facendo questo, se pure il parco del suo Laurin è ricco d'erba, Staffler qualche sassolino nella scarpa se l'è ritrovato, e se lo toglie senza ipocrisie. «L'hotel - inizia a raccontare Staffler - è stato inaugurato da Franz Staffler, il fratello di mio nonno Max con il quale divideva l'attività alberghiera, il giorno 15 agosto del 1910. Siamo nel pieno del secolo insomma, e questa importante ricorrenza però abbiamo voluto celebrarla non con una festa grande, effimera e per la quale, francamente, non mi sembrano i tempi ideali, ma con diverse iniziative spalmate lungo l'arco dell'anno. Saranno eventi che presenteremo la prossima settimana con una conferenza stampa e non voglio quindi anticiparli dettagliatamente, per ora dico solo che saranno legati all'arte, alla musica, ovviamente alla gastronomia con anche delle ricette particolari, e al lifestyle legato al bar e al mondo dell'intrattenimento. Vari eventi, varie iniziative insomma, che scandiranno il trascorrere dell'anno del centenario».

Centenario: un secolo fa, il top degli alberghi in città era il tris della famiglia Staffler, ovvero Grifone (Greif), Laurin e il Bristol. Non è cambiato tanto, in termini di stile, s'è solo perso il Bristol...

«Sì, quello è un discorso particolare che richiederebbe altro tempo, diciamo solo che quando s'è deciso di abbatterlo è stato con dolore. Ricordo ancora, io ero bambino, i discorsi e le indecisioni di mio padre a tavola. All'epoca è stata, diciamo, la cosa più logica, oggi sarebbe forse diverso... Ad ogni modo, tornando al Laurin, ha dovuto superare un periodo critico nel finale della prima guerra mondiale e nel periodo della seconda, epoca durante la quale spesso è stato chiuso o trasformato in centro operativo militare. Certo, a lungo è stato secondo al Greif: il Greif era nel centro "puro", era il più importante... Poi le cose sono cambiate, il parco del Laurin è stato rivalutato e soprattutto con il restauro che abbiamo attuato fra il 1993 e il 1997, ha ritrovato uno splendore che era un po' annebbiato. Rivalutando ed esaltando la bellezza del parco, creando quel salotto che è il bar e aprendolo alla cittadinanza con eventi di stile, soprattutto musicali, abbiamo completato l'opera iniziata con l'adattamento dei mobili antichi restaurati e riutilizzati, con la creazione delle stoffe sullo stile storico, per un'ospitalità da albergo "singolo", non da struttura che rientra in una catena, impersonale. Certamente, con costi diversi da un albergo "da catena", ma che riusciamo comunque a far rimanere validi sul mercato».

Il mercato, appunto. Com'è il mercato turistico cittadino? Lo chiediamo a una persona che, albergatore di famiglia, ne capisce e dall'alto del secolo del Laurin ha un panorama sicuramente ampio.

«Vede, quando noi promuoviamo il Parkhotel Laurin promuoviamo tutta la città di Bolzano (lo si vede anche sul sito Internet, ndr) e in generale tutto il territorio altoatesino. Ecco, credo ci voglia una mentalità non oppressa da "ostacoli". In concreto, la nostra città non riesce a mettersi sufficientemente in mostra per quello che ha. Le chicche bolzanine sono tante: pensi solo al Museion, pensi a Otzi, pensi al Messner Mountain Museum per dire le prime tre strutture che mi vengono in mente. Ecco, un'altra città che avesse una sola di queste strutture che le ho citato, si farebbe una promozione straordinaria. Qui invece... Le devo dire altro?».

Non serve, mister Laurin. Se si vuol capire, si capisce..













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