Il Pd: la scuola plurilingue è quella italiana 

L’indagine sull’apprendimento nelle materne tedesche. Huber: «Inutile insistere, meglio puntare sul modello europeo»



BOLZANO. Inutile insistere con le scuole tedesche, materne ed elementari. Meglio la scuola mista, che esiste già (in embrione), è quella offerta dall’intendenza italiana e va solo «potenziata». Il Pd prende al balzo lo studio sul bilinguismo effettuato dalla Sovrintendenza per lanciare ai genitori il proprio invito a credere nella scuola italiana. Dalla indagine sull’apprendimento del tedesco effettuata su studenti della IV elementare e la II media delle scuole italiane sono arrivati risultati a sorpresa: avere frequentato le scuole materne tedesche comporta solo il 2,3% di risposte corrette in più.

Tante tensioni con la Svp e con le famiglie tedesche per nulla? Lo studio viene presentato nelle settimane calde delle pre iscrizioni alle scuole materne tedesche. Per la prima volta viene applicato un filtro sui bambini non di madrelingua. Così la Svp prova a risolvere il problema delle classi piene di bimbi italiani o stranieri. E il Pd prova la linea della dissuasione soft verso le famiglie italiane. Così il segretario Alessandro Huber: «Invece di insistere su modelli che non funzionano, o funzionano random, dove poi si devono “censire etnicamente” i pupi, perché non provare finalmente tutti il modello delle sezioni multilingue? Si attivi un percorso terzo, una terza via per l’apertura all’Europa, si inaugurino sezioni europee dalla scuola dell’infanzia alla scuola superiore, proprio come da anni avviene ad esempio al Pascoli, o alle Foscolo». Huber parla di modello terzo, ma non intende la terza via facoltativa proposta dai Verdi (una nuova scuola costruita insieme dalle intendenze italiane e tedesche). La via, dice Huber, è potenziare il modello di scuola italiana con le classi plurilingui: «Non chiediamo nulla alla scuola tedesca, che giustamente tutela la minoranza linguistica, ma vogliamo porci il problema della scuola italiana che perde sezioni. Che sia la scuola italiana a fare classi e percorsi europei. Si manterranno iscritti e si offrirà un nuovo modello che prepari al futuro, mantenga posti di lavoro per insegnanti del gruppo linguistico italiano e anzi possa rendere la scuola italiana la più attraente». L’assessore Christian Tommasini lo dice sempre: «La scuola plurilingue esiste già, è la nostra». Basterà per convincere le famiglie? Nadia Mazzardis, presidente della assemblea Pd, sottolinea che il problema dell’apprendimento della lingua «lo risolveremo sedendoci ad un tavolo a ragionare sulla società altoatesina-sudtirolese che cambia e su come la vorremmo tra 20 anni. Altrimenti continueremo a riempire le sezioni tedesche di bambini italiani, con insegnanti lasciate a se stesse, che dovranno inventarsi nuove tecniche didattiche».

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