Il Pd nazionale guarda ai collegi sicuri 

C’è anche quello di Bolzano. Achammer: a noi basta che il candidato dei Democratici sia autonomista



BOLZANO. Per ora è un triangolo che alla fine dovrà diventare un cerchio. Ecco perché ancora non si trova la quadra in casa del Pd sulla scelta del candidato per la Camera nel collegio uninominale di Bolzano-Bassa Atesina. Tre le attuali angolature: l’aspetto nazionale, quello del partner Svp e poi il livello locale. Le scelte di Roma potrebbero essere più «invasive» del previsto, data la legislatura che ci si appresta a fare partire. Per i Democratici i numeri in Parlamento potrebbero essere più risicati, rispetto agli ultimi cinque anni, e quindi ogni scelta sui futuri parlamentari va fatta col bilancino. Per questo il collegio «sicuro» per Montecitorio di Bolzano Bassa Atesina può fare gola ad un candidato nazionale. Magari un big del partito, un ministro, che in qualche modo abbia dimostrato «il pollice autonomista», in questi anni, come lo sarebbe, ad esempio, Graziano Delrio. Ieri, ad esempio, l’Obmann della Svp, Philipp Achammer, non chiudeva le porte a tale eventualità. «Aspettiamo di vedere cosa ci propone il Pd, certo se non fosse una persona che abita qui, dovrà essere almeno un autonomista convinto, altrimenti il nostro voto non possiamo darlo», così Achammer. E se la questione del partner per i due collegi uninominali di Bolzano-Bassa Atesina è il secondo problema del Pd, bisogna anche valutare le istanze locali. Ovvero la volontà in prima battuta di un candidato altoatesino per il posto alla Camera, assodato che per Gianclaudio Bressa ci sarà la candidatura nel collegio senatoriale che fu di Francesco Palermo. Ieri, nel corso dell’assemblea provinciale del Pd nomi non ne sono stati fatti, anche perché si aspetta ancora di capire l’esatta indicazione che verrà da Roma, magari dopo un colloquio diretto tra Renzi ed i vertici altoatesini che continua ad essere spostato nel tempo.













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antonella mattioli

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