Il Pd svolta al centro E Costa è il «padrone» 

I «renziani» controllano da soli l’assemblea anche senza l’alleato Tommasini Sonora sconfitta per la minoranza di Staffler, con Bizzo e Gnecchi


di Francesca Gonzato


BOLZANO. È un Pd con una maggioranza più larga, una minoranza quindi ridimensionata, e una robusta sterzata al centro. Questa la sintesi delle primarie di domenica, che hanno eletto Alessandro Huber segretario con il 72%, fermando Uwe Staffler al 27%. 2.618 votanti, il 31% in meno rispetto al 2014 (il centrodestra infierisce, ma non fa primarie). E se il grande sconfitto è il gruppo di minoranza attorno a Roberto Bizzo e Luisa Gnecchi, sponsor di Staffler, l’alleanza di Huber deve fare i conti con un rapporto di forza completamente a favore dei renziani di Carlo Costa, il dominus del partito, presidente in pectore dell’assemblea provinciale. Gli eletti della lista Renzi, con un cuore fortemente centrista (entra un simbolo di quel mondo come Silvano Tiozzo), avranno da soli la maggioranza nella assemblea. Non dipenderanno dagli eletti della lista Orlando, che rappresenta l’anima più a sinistra del Pd e che pure sostiene Huber. Se doveva essere una conta, insieme a Bizzo ne paga le spese anche l’assessore Christian Tommasini, principale esponente del gruppo Orlando insieme a Mauro De Pascalis. Insomma, dentro la maggioranza c’è un azionista di riferimento molto ben definito. Nella minoranza, per il momento restano fermi. Nessun annuncio di uscita dal partito. Speravano di fare meglio, si leccano le ferite e aspettano le mosse di Huber. Il segretario, che oggi incontrerà Renzi a Bolzano, anche dopo la vittoria larga mantiene la promessa di collaborazione con Staffler. «Ci vediamo già domani (oggi, ndr)», fa sapere Huber. Il centrista Andrea Casolari (Civica per Merano) aspettava il risultato: «Huber dice che sarà un Pd di centrosinistra, autonomista, aperto a esperienze come la nostra. Non entreremo nel partito, l’importante è collaborare». Il sindaco Caramaschi non ha votato: «In giunta vado d’accordo sia con Monica Franch che con Repetto. Ho preferito restare defilato, mi è stato anche consigliato. Spero che nel Pd smettano di bisticciare. Mi sembra che abbia vinto la parte più strutturata». Caramaschi riconosce il valore delle primarie, «grazie alle quali sono stato candidato ».

I RAPPORTI DI FORZA. Così si delinea la nuova assemblea provinciale (nei prossimi giorni i dati ufficiali) con i 35 eletti domenica, Huber compreso. Alla lista Renzi andranno 18 o 19 posti, alla lista Orlando 5 o 6 posti. Alla minoranza di Staffler, 10 posti. Come si nota, i renziani da soli controllano la maggioranza. De Pascalis vede il bicchiere mezzo pieno dell’area più sinistra: «Il Pd ha perso pezzi su questo fronte. Senza di noi in queste primarie l’emorragia sarebbe stata peggiore. I valori del Pd ci sono ancora. È evidente un riassestamento al centro del Pd». In assemblea entrano di diritto altre 11 persone della commissione congresso (8 di maggioranza, tra cui Tommasini) e due rappresentanti di lista. Non cambiano i rapporti di forza. In totale, su 48 componenti, solo 14 saranno della minoranza di Staffler.

I TERRITORI. Questa la probabile ripartizione dei 34 seggi eletti in base alle liste, più Huber. A Bolzano: 8 Renzi, 3 Orlando, 5 Staffler. In Bassa Atesina 2 Renzi, 1 Orlando, 1 Staffler, 1 incerto. Merano: 2 Renzi, 1 Orlando, 3 Staffler. Bressanone: 6 Renzi 1 Staffler. Gli eletti a Bolzano. Per Renzi, Sandro Repetto, Chicca Pascarella, Silvano Baratta, Roberta Mattei, Carlo Bassetti, Rosalba Leuzzi, Silvano Tiozzo e Giorgia Pascucci. Per Orlando Mauro De Pascalis, Franca Berti e Paolo Sticcotti. Per Staffler: Miriam Canestrini, Mauro Randi, Debora Pasquazzo, Mario Giovanacci e Maria Ledonner.

LA MINORANZA. Staffler conferma l’intenzione di collaborare: «Non posso che parlare bene di Huber». Non è passata l’idea che il Pd andasse rinnovato drasticamente? Staffler: «Credo che non abbia votato la parte di opinione pubblica convinta di questo. Non hanno creduto che ce la potessi fare. Poi ci sono stati i gruppi organizzati, ma bisogna essere capaci, giù il cappello. Non farò polemiche su oltre 400 votanti a Bressanone». Per entrare in assemblea Staffler dovrebbe prendere il posto di uno dei suoi eletti. Non è scontato. Così Miriam Canestrini: «Non me ne vado. Huber dice che vuole cambiare per migliorare. Speriamo. Abbiamo perso altri elettori, non è un bel segnale».

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