Il Pdl: «Saviano ingrato, via la scorta»

Bertoldi: «Mi chiedo se non piaccia anche a lui pippare la coca». Biancofiore: «Ha offeso trentini e altoatesini»


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Bufera sul commissario provinciale del Pdl Alessandro Bertoldi che ieri - dopo lo svarione sui tedeschi (per il quale si è scusato), che aveva definito “popolo barbaro e inferiore” - ha preso di mira lo scrittore Roberto Saviano che, ospite del Festival dell’economia a Trento, ha parlato del Brennero come potenziale corridoio della droga, aggiungendo che ai trentini e agli altoatesini “piace pippare cocaina”. La frase ha infastidito Bertoldi, figlio di poliziotti, che ha replicato a muso duro chiedendo che a Saviano venisse tolta la scorta.

«Visto che Saviano - sottolinea Bertoldi - sostiene che i trentini e gli altoatesini siano delle persone a cui piace pippare coca, mi chiedo se non piaccia anche a lui». Il giovane e imprudente commissario del Pdl bolla poi come inopportuno l’intervento dello scrittore campano. «Anche questa volta - prosegue Bertoldi - non ci ha risparmiato i suoi sermoni patetici. Anche in questo giorno ha mancato di rispetto alle nostre forze dell’ordine. Rinunci alla scorta, altrimenti chiederemo noi cittadini che il ministero gliela revochi, visto che costa parecchio e fin troppo per un ingrato del genere. Ci sarebbero - prosegue Bertoldi - una decina di uomini in più a garantire la sicurezza dei cittadini e a lottare contro mafie e droghe. Sono davvero indignato e lo dovrebbero essere tutte le autorità istituzionali e politiche di questa regione. La mia solidarietà personale e politica va ai vertici e agli uomini delle forze dell’ordine della nostra Repubblica». Poi, in serata, il responsabile provinciale del Pdl, rispondendo alla senatrice del Pd Nadia Ginetti, vice commissario di polizia penitenziaria, che lo criticava duramente, è tornato alla carica. «Saviano non lotta contro la mafia, ma scrive e vende libri che fanno lievitare il suo conto corrente. Sono gli uomini e le donne delle forze dell'ordine assieme ai magistrati a lottare quotidianamente per tutti noi, non di certo lui che è solo un noto profeta del nulla e dell'ovvietà».

Poco dopo ha preso posizione anche il sottosegretario alla pubblica amministrazione e alla semplificazione Michaela Biancofiore, che dopo aver ammesso che Bertoldi talvolta «potrebbe misurare le sue dichiarazioni», precisa che gli va quantomeno riconosciuta la libertà di espressione. «I suoi genitori - precisa la Biancofiore - fanno i poliziotti e le dichiarazioni di Saviano, evidentemente, lo hanno infastidito. Del resto se Saviano, come mi pare sia accaduto al Festival dell’economia, accusa i residenti in regione di “pippare cocaina”, ci sta anche che un ragazzo di 18 anni possa esprimere il suo pensiero a riguardo difendendo i suoi concittadini. Quello di Bertoldi mi sembra più un intervento a tutela delle forze dell’ordine». Sulla necessità o meno della scorta a Saviano il sottosegretario ammette che «se gli è stata data un motivo ci sarà».

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