Il primario Martin:«Oncologia, a Bolzano l'eccellenza»

Il medico: "Il nostro primato sulla periferia doveva essere scritto nella riforma"


Valeria Frangipane


BOLZANO. «La Chirurgia oncologica del San Maurizio non ha alcuna paura di mostrare i suoi numeri e di confrontarsi con gli altri ospedali. Mi chiedo però perché sia sparita dal documento la frase che assegnava all'ospedale di Bolzano il primato sulla periferia. Credo che sarebbe stato un riconoscimento importante al lavoro che abbiamo fatto in tutti questi anni. Per il resto dico basta a sterili campanilismi e credo che i medici si debbano riappropriare della Riforma lasciando fuori politici, sindaci ed amministrativi».
Federico Martin, primario di Chirurgia al San Maurizio, non ha dubbi: «Siamo professionisti della salute, dobbiamo tirare fuori il meglio dai sette ospedali per il bene dei nostri pazienti».
Dottor Martin la Riforma toglie a Bolzano il primato sulla Chirurgia oncologica. Cosa ne pensa?
«Penso che noi non dobbiamo avere paura di niente e che non abbiamo nulla da temere. Sia per i numeri che per i volumi di interventi che facciamo. Rispondiamo tranquillamente agli standard internazionali ed abbiamo ricevuto nel corso degli anni anche dei riconoscimenti molto importanti di cui vado molto fiero».
Dal documento sparisce una frase che è forma e sostanza. Non si legge più "Chirurgia oncologica: ambito aziendale specialistico". Che dice?
«Dico che se quella frase fosse rimasta sarebbe stato per tutti noi medici che ci appassioniamo a quel che facciamo un riconoscimento importante al lavoro svolto da Bolzano in tutti questi anni. Ricordatevi che il 70% degli interventi di Chirurgia oncologica vengono fatti al San Maurizio».
Il segretario del Pd Antonio Frena, che è anche chirurgo, non capisce "che male avrebbe fatto lasciare che fosse Bolzano, che ha i numeri, a sventolare la bandiera"...
«Appunto».
Cosa dice del rapporto tra l'ospedale centrale e la periferia?
«Credo che sia venuta veramente l'ora di dire basta ai campanilismi. Credo che i medici tutti si debbano riappropriare della Riforma che di fatto ci è sfuggita di mano e che è diventata merce di scambio di politici, sindaci, amministratori ed amministrativi che di medicina capiscono ben poco. Noi medici dobbiamo trovarci attorno ad un tavolo per decidere chi farà cosa. Dobbiamo guardarci in faccia e trovare un accordo in merito alle varie discipline, non possiamo pensare - se abbiamo veramente a cuore il nostro lavoro, la salute dei pazienti ed il futuro della sanità altoatesina - di lasciare questo patrimonio nelle mani di chi non essendo clinico non sa fare le scelte giuste. Scusate ma non vedo veramente altra via».
Lancia un appello ai colleghi primari?
«Sì, un appello al confronto schietto ed alla collaborazione continua».
Cosa dice dei sette ospedali?
«Dico che da ognuno dobbiamo tirare fuori il meglio».
E del futuro della Chirurgia oncologica?
«In questo campo il lavoro dell'equipe multidisciplinare è fondamentale per ottenere il massimo del risultato. Noi lavoriamo a stretto contatto con la Radiologia, la Medicina nucleare, l'Oncologia, la Radioterapia, l'Anatomia patologica... Bolzano ha tutto, la periferia no. Con questo non voglio dire che Bolzano deve fare tutto, ma solo che tra primari dobbiamo metterci d'accordo. Parlarci perché esiste anche la telemedicina! Troviamo una soluzione per i pazienti e smettiamola con le beghe di cortile».
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«Spero non sia così».

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