il caso

«Il progetto Benko stravolgerà la città»

Il fronte del no mobilitato punta a bloccare i piani del tycoon austriaco come è successo, lo scorso anno, a Bonn



BOLZANO. Bonn come Bolzano? È quello che si augurano i promotori del fronte del no, mobilitati in vista della consultazione popolare che comincerà il 29 marzo e proseguirà fino al 4 aprile. Ieri il gruppo “Città Nostra” - ne fanno parte l’architetto Christopf Mayr Fingerle, Thomas Huck di Giovani Bolzano, Margot Wittig, Alfred Frei del Ctcu, Doris Gotter manager alberghiera, Lorenzo Sola ex segretario della Cgil, Federico Tibaldo presidente di Confesercenti - in una conferenza stampa, organizzata al cinema Capitol, ha ribadito le ragioni del no al progetto Benko, perché “stravolgerebbe l’urbanistica del capoluogo bolzanino, distruggendo il commercio tradizionale e portando fiumi di auto in centro”.

Via Skype si è collegato dalla città tedesca Axel Bergfeld, uno dei promotori dell’iniziativa “Viva Viktoria”, un comitato che si era formato nel 2015 a Bonn, per difendere un complesso storico che avrebbe dovuto essere abbattuto, per costruire un centro commerciale di 15 mila metri quadrati. Anche lì il progetto era della Signa che fa capo al tycoon austriaco.

Nel giro di poche settimane, a Bonn, sono state raccolte 20 mila firme che hanno bloccato l’operazione.

«Sono qui per dirvi - ha spiegato Bergfeld - che la voce dei cittadini conta: un centro commerciale come quello che vuole costruire Benko sarebbe un disastro anche per Bolzano».

Alfred Frei ha attaccato l’ex presidente della giunta provinciale Luis Durnwalder che si è schierato a favore del progetto - “È questo il rilancio di cui Bolzano ha bisogno: la città ha bisogno di questo progetto”, sono le sue parole - dopo “aver creato le premesse per l’articolo 55 quinquies” con cui si vorrebbe ora consentire l’operazione.

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«Di democratico in questa vicenda - ha sostenuto Frei - c’è solo il voto del luglio dello scorso anno, quando il consiglio comunale ha bocciato il progetto Benko. Poi hanno fatto di tutto per rimetterlo in pista. Adesso ci sarà una consultazione popolare, ma il commissario straordinario del Comune ha già detto che se vince il sì, firmerà la delibera; se vince il no, non vale niente e ogni decisione successiva verrà rinviata al nuovo consiglio comunale. Non possiamo subire sempre, dobbiamo opporci con estrema determinazione a tutto questo».

Roberto Gigliotti dell’associazione culturale bolzanina Lungomare ha parlato di “strumentalizzazione” delle immagini della zona tra via Garibaldi, via Alto Adige, via Perathoner, via Stazione, per giustificare la necessità di intervenire e riqualificare: «Non è affatto una zona degradata, ma un’area dove ci sono delle attività commerciali gestite da immigrati a testimonianza dei tempi che cambiano».

Doris Gotter ha portato le ragioni del mondo del turismo, ribadendo la necessità di non stravolgere quelle che sono le peculiarità del capoluogo altoatesino: amato da italiani e stranieri, perché è riuscito a conservare le sue caratteristiche. Lorenzo Sola, ex segretario della Cgil, vuole che il Comune ridiscuta il progetto: «Non siamo contro il tycoon austriaco, ma contro il suo piano che ruota tutto intorno al centro commerciale. Assurdo costruirne un altro, quando ci sono già Twenty e Centrum. Questa formula commerciale è in crisi in tutt’Italia, tanto che lo scorso anno ci sono stati circa 20 mila licenziamenti tra i dipendenti per altro pagati 7-800 euro al mese. Poi c’è il problema traffico che viene del tutto sottovalutato: si porteranno in centro centinaia di auto. Sarà la paralisi».

Quindi Michael Schlauch del gruppo giovani ha messo in guardia dal rischio querele: «Noi abbiamo aperto un sito di satira e siamo stati querelati per diffamazione dal gruppo che fa capo a Benko».

Tra pubblico che ha partecipato alla conferenza stampa anche un’insegnante Rosina Ruatti che è tornata a chiedere - cosa che aveva già fatto in due delle assemblee pubbliche organizzate su questo tema - che il commissario straordinario del Comune concordi con la Sovrintendenza degli incontri informativi all’interno delle scuole, per spiegare ai ragazzi le motivazioni della consultazione popolare alla quale sono chiamati ad esprimersi tutti coloro che hanno dai sedici anni in su.(a.m)

 

 

 

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