Il provino con Rocco «Voglio diventare un divo del porno»

Un magazziniere bolzanino ha partecipato al casting di un film di Siffredi. «E’ difficile, ma ci spero tanto»


di Alan Conti


BOLZANO. Il suo mito è Rocco Siffredi. La sua aspirazione? Diventare un divo del cinema a luci rosse. Far soldi, facendo - si fa per dire - l’amore. Simone Ferrari, magazziniere trentenne di una giardineria cittadina, si è presentato nei giorni scorsi a un casting per attori hard sotto la stretta vigilanza della star mondiale Rocco Siffredi, alla ricerca di nuovi “volti” da avviare alla carriera. Sarà Siffredi infatti a decidere se Ferrari abbia o meno le caratteristiche per sfondare nel porno. «Il porno mi piace da spettatore - taglia corto il magazziniere bolzanino -, ma il mio sogno è lavorarci». Come mai questo desiderio di farne addirittura una professione? «Mi piace trasgredire e mi piace mettermi in mostra. Poi, ovviamente c'è il fascino particolare di essere pagati per fare sesso che non mi pare questione secondaria». D'accordo, ma è così facile distinguere tra sesso professionale, amoroso e semplice passione? «Io penso che il porno sia semplicemente un lavoro e lì finisce. Fior di star hanno mogli e fidanzate di cui sono, invece, innamorate. La passione, tuttavia, va messa in tutto ciò che si fa altrimenti meglio restare a casa a mangiare cioccolatini». Inutile girarci attorno: Bolzano è piccola e la gente mormora. Non preoccupa quello che le persone possono pensare di una simile aspirazione? «No, perché ognuno del suo corpo fa ciò che vuole e la libertà va rispettata finché non si fa del male a qualcuno o si rompono delle cose. È anche un modo per guadagnare molto bene senza fare nulla di illegale: non mi pare un dettaglio da poco. Comunque la gente parla sempre: quel che conta è essere in pace con se stessi. Io ho avvertito tutti senza problemi, anche mamma».

Passiamo al provino: non deve essere semplice saper fare le cose appropriate in una situazione curiosa e piuttosto ingarbugliata. «Eravamo molti uomini e tre donne. Avevamo qualche regola, ma potevamo anche improvvisare oltre a seguire le indicazioni del regista. Un misto tra improvvisazione e controllo. Non è così facile collegare il cervello e i suoi input in una situazione simile: molti si scoprono vulnerabili o impreparati. Altri alla fine si vergognano, e “mollano”. Mi interessava, comunque, scoprire il dietro le quinte di questo lavoro e ho visto tanta fatica e professionalità. Sull'esito non mi sbilancerei ma non ho provato imbarazzo».

Davvero nessuno? «No, si imbarazza chi non è soddisfatto del proprio corpo. Io ero tranquillo, direi concentrato». Diciamoci la verità: sotto sotto un po’ c’è il gusto di sdoganare i tabu? «Certo, è bello sfatarli. Ci vuole per uscire dall’ignoranza e dal perbenismo forzato. Il sesso lo fanno tutti: magari viverlo apertamente aiuterebbe a distendere diverse situazioni. Scappare o nascondersi non serve a nulla».













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