Il referendum di Eva: il 92% vuole il Südtirol

I risultati delle 61 mila schede scrutinate. La consultazione è costata 200 mila euro



BOLZANO. «È un successo». Non ha dubbi Eva Klotz sul risultato del referendum autogestito che aveva come unico scopo quello di misurare la “temperatura” dello spirito secessionista tra la popolazione altoatesina. «I numeri parlano chiaro, d’ora in poi nessuno potrà più prendere alla leggera questa questione, cinquantamila voti sono sufficienti a cambiare il panorama politico provinciale». Certamente, subito il chiarimento, «non è abbastanza da imporre decisioni, ma è un primo passo e di notevoli dimensioni, che pone le basi per un ragionamento futuro».

Intanto, per dovere di chiarezza, ecco i numeri del referendum: circa 400 mila le lettere spedite a casa, in pratica a tutto il corpo elettorale altoatesino; 61.189 quelle tornate indietro con la preferenza espressa (il 15,3%), delle quali il 92,17% a favore dell’autodeterminazione (56.400 voti, circa il 14% del corpo elettorale e in media un altoatesino su dieci). Tutta l’operazione, chiaramente, non ha valore legale in quanto autogestita dal partito, e non impone quindi nessun tipo di conseguenza legale diretta, se non una riflessione politica. Soprattutto per quei comuni in cui il risultato è stato più pesante: Selva dei Molini 30,37%, Gais 29,15%, Predoi 28,77% e Campo Tures 27,39%.

«Tutte le spese di questa operazione - spiega Eva Klotz - sono state finanziate dai risparmi che io e Sven Knoll abbiamo destinato a questo momento fin da 2010». I due, mensilmente, hanno versato 2500 euro in un fondo destinato a finanziare il referendum, che è costato complessivamente 200 mila euro.

L’iniziativa della Südtiroler Freiheit ha riscosso un notevole successo sul piano internazionale, testimoniato dalla presenza alla presentazione dei risultati referendari, della promotrice del referendum per l’autodeterminazione della Catalogna con conseguente secessione dallo stato spagnolo, Anna Arqué. «Anche da noi abbiamo riprodotto la stessa operazione prendendo d’esempio il Sud Tirolo, e il 9 novembre ci sarà la chiamata del referendum; e lo stesso avverrà anche per gli scozzesi, i baschi e i fiamminghi; poi le rappresentanze di tutte queste popolazioni porteranno tutte insieme i risultati della volontà popolare a Bruxelles, per pretendere il rispetto del diritto all’autodeterminazione».

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