caro energia

Il ristoratore: lavoro per pagare la superbolletta da 8.600 euro 

Caro energia. Villalta: «Da 2.800 euro di luglio-agosto 2021 a 8.616 euro del 2022. Impensabile ricaricare sui clienti» Benetello (Confesercenti): «Pubblici esercizi in grossa crisi. Il problema è che in tanti stanno facendo debiti per pagare»


valeria frangipane


BOLZANO. Noi ci proviamo a risparmiare, ma i macchinari devono andare... lavastoviglie, forni... divorano energia». 

Roberto Villalta del ristorante Pic Nic di via Virgilio, mostra l’ultima bolletta della luce che gli è arrivata. La tiene lì, accanto alla cassa, ogni tanto la posa sul bancone, perché i clienti capiscano quel che sta accadendo. 

Quando l’ha aperta non ci credeva, pensava di avere visto male. Si è assestato gli occhiali ed ha ricontrollato. 

«Purtroppo tutto vero. Dal primo luglio alla fine di agosto l’elettricità ci è costata 8.616 euro. E per dieci giorni il locale è rimasto chiuso per ferie, sempre ricordando che lavoriamo da mattina alle 15, poi stop. Nonostante tutto questo, il conto è più che triplicato rispetto all’anno scorso, quando per lo stesso periodo abbiamo pagato 2.800 euro. Stavolta proviamo a saldare la bolletta, anche se a fatica, impensabile sopportarne altre di questo calibro». 

Villalta - ristorante sempre pieno a suon di aperitivi e poi bucatini alla carbonara, lasagne ai carciofi, ossobuchi con il purè ecc. - deve fare quadrare conti che non tornano. 

«Siamo due soci e tre dipendenti. Paghiamo un affitto attorno ai 3 mila euro al mese se poi ci arrivano queste stangate, ditemi voi come facciamo ad andare avanti. La situazione si commenta da sé. Impensabile ricaricare sui clienti che a loro volta sono alle prese con un potere d’acquisto che è crollato. Inutile concederci proroghe per rinviare i pagamenti, qui servono interventi, fondi aiuti».

E a pesare non è solo il caro energia. «Siamo alle prese con i sovrapprezzi delle materie prime». Farina, pomodori pelati, mozzarella, rincarate anche del 100-150% nel giro degli ultimi sette-otto mesi - per non parlare del pesce - con molti grossisti che lamentano scarsa reperibilità, elevati costi di trasporto.

La sintesi è una sola: prezzi alle stelle. Il Pic Nic è l’ultimo a lanciare il grido d’allarme. 

L’aveva già fatto - tra gli altri - Piero Creatore, già campione mondiale dei pizzaioli, in proprio da trent’anni, da sedici gestore dell’ex Abramo di piazza Gries. «Per luglio mi è arrivata una bolletta di 4.250 euro, da saldare entro il 26 settembre», aveva detto al nostro giornale.

Al pub Murphy’s di via Parma il titolare, Belul Dumani, prima pagava 600-800 euro al mese, adesso siamo a 2.500. 

«Ho aumentato il caffè di 10 centesimi, ma ho aspettato a lungo, gli stipendi dei clienti mica sono aumentati».

Stessa musica al Romagnolo di piazza Matteotti: «Di luce pagavamo 1.800-1.900 euro al mese, ora siamo a 4.500. Lavoriamo bene, siamo il bar di riferimento qui, ma la situazione sta diventando inaccettabile. Abbiamo portato il caffè da 1,20 a 1,30, so che c’è chi è arrivato a 1,40 o 1,50».













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