Il sindaco ha minacciato le dimissioni

Caramaschi chiede e ottiene l’appoggio del Pd, che convoca un vertice con la Svp. Tommasini: «Assurdo tornare indietro»


di Paolo Campostrini


BOLZANO. Renzo Caramaschi è stato ad un passo dalle dimissioni. Ha chiamato Carlo Costa e Christian Tommasini sibilando: «Ragazzi attenti, perché qui ci giochiamo la legislatura...». Mostrando di voler mettere in gioco la stessa tenuta della coalizione. E il suo mandato. Poi lo ha fatto anche con altri amici dem. «Se si pone in discussione l'Areale me ne vado», avrebbe detto nel corso di un paio di telefonate molto accese. Il sindaco è spesso abituato a fare da solo: «Sono di poche parole e di molti fatti», dice di sé. Tradotto: poca politica e molta amministrazione. Ma ha temuto, questa volta, di esserlo un po' troppo solo. Invece, di fronte alle perplessità del suo vicesindaco, che ha chiesto di ripensare alcuni passaggi della grande opera, si è trovato dalla sua parte il resto della giunta. Ma anche il Pd. È stato questo il passaggio che attendeva. E che si è tradotto, ieri, in un atto concreto: la richiesta di un vertice, allargato agli assessori e ai consiglieri comunali, con la Svp. Il Pd vuole sapere con precisione se la posizione di Baur è condivisa dalla Svp bolzanina nel suo complesso o soltanto da una sua parte. E quale. Ma anche se in tutta la maggioranza la situazione è omogenea. Ieri, ad esempio il consigliere Della Ratta ha chiesto una discussione («finora mai avvenuta») in consiglio comunale per ascoltare anche le ragioni di Baur. «Perché c'è sì un aspetto tecnico della questione - conferma Christian Tommasini - ed è quello che riguarda una possibile riflessione che si può fare sul bando e le sue modalità, ma poi ne esiste uno politico e su questo va fatta chiarezza immediata: cosa dice la Svp comunale, ma anche su che posizioni si trova la Volkspartei provinciale». Per il vicepresidente della giunta quello dell'Areale «è un progetto strategico il cui percorso di avanzamento non va interrotto». Ed è per questo, per giungere ad un chiarimento prima sul piano politico e poi su quello contrattualistico, che al vertice Pd-Svp che si svolgerà all'inizio della settimana prossima ci saranno, oltre a Tommasini e a Repetto, anche Carlo Costa e altri della segreteria. «L'unica cosa da non fare è fare sentire solo Caramaschi in questa vicenda», dice uno di loro. Ieri Tommasini ha visto Sandro Repetto. Con il bi-assessore ha concordato le modalità del prossimo tavolo da aprire con la Svp. Carlo Costa avrebbe inoltre sentito anche Eros Magnago, il potente segretario generale della Provincia, per avere elementi della percezione che, sulla vicenda, si ha ai piani alti di Palazzo Widmann. E di averli in termini informali, diretti. Perché in quelli formali, Kompatscher ha sempre difeso l'attuale "road map" dell'Areale, compreso il prossimo vertice con Comune e Rfi previsto per il 10 gennaio. In queste giornate sia Tommasini che Costa si sono dati questo compito: non rompere il filo che comunque tiene insieme la coalizione in municipio. Lo spiega il vicepresidente provinciale: «Occorre ammettere che il progetto Areale è complesso. Poi, nel caso, anche aderire ad una richiesta di approfondimento su alcuni punti, come ha chiesto Baur. Ma deve essere chiaro che, se chiarimento andrà fatto, deve essere fatto in breve tempo. Pochi giorni o poche settimane. E deve essere evidente una cosa: il processo non va assolutamente bloccato». Per questo, insiste Tommasini, «andrà anche definito il senso di questo intervento a freddo del vicesindaco. Non mi è del tutto chiaro il suo proposito finale. Parliamone. Ma la discussione deve essere limitata alle procedure, nel caso, e non alla road map del progetto». Insomma, se ci sono forze anche economiche precise dietro alla richiesta di "ripensamento" fatta da Christoph Baur e se queste forze si trovano a fianco anche tutto il resto della Svp comunale, queste devono venire alla luce. La richiesta del Pd è di giocare a carte scoperte. Con due punti irrinunciabili: la tenuta politica del sindaco e la conferma del progetto. Perché Caramaschi è sempre stato chiaro a questo proposito: «L'Areale è il mio primo progetto, dovrà caratterizzare tutto il mio mandato». Lo ha definito anche «il sogno del sindaco». Quello che lui vuole lasciare in eredità è l'avvio definitivo della procedura per realizzarlo. Bando compreso.

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