Ma la curia nega la disponibilità di una chiesa

Il veggente: "La Madonnaapparirà a Fiè"

«La Madonna desidera che io venga in Alto Adige, ma non ho ancora trovato qualcuno disposto ad ospitare la sua visita». Salvatore Caputa, un ex vigile urbano del Mantovano, lo aveva annunciato dopo la prima (presunta) apparizione nella chiesetta di Aica di Fiè, nel novembre dello scorso anno: «Tornerò, e con me ci sarà la Vergine, sabato 30 maggio, alle 16.30». Centinaia di persone sono pronte a raggiungerlo. Ma la curia ha negato la disponibilità di qualsiasi edificio sacro.



BOLZANO. «La Madonna desidera che io venga in Alto Adige, ma non ho ancora trovato qualcuno disposto ad ospitare la sua visita». Salvatore Caputa lo aveva annunciato dopo la prima (presunta) apparizione nella chiesetta di Aica di Fiè, nel novembre dello scorso anno: «Tornerò, e con me ci sarà la Vergine, sabato 30 maggio, alle 16.30».

Centinaia di persone sono pronte a raggiungerlo, sono stati già prenotati alcuni pullman. Da quel momento però la strada si è fatta in salita, visto che la curia ha esplicitamente negato la disponibilità di qualsiasi edificio sacro. Dalla diocesi nessuna condanna ufficiale, ma una decisa presa di distanza da Caputa c’è stata. Nulla di nuovo, in verità: lo ha già fatto il vescovo di Mantova e negli anni scorsi (dopo le presunte apparizioni in val di Non e val di Sole) quello di Trento. Ma chi è Salvatore Caputa? 65 anni, ex vigile urbano, dal 7 marzo del 1986 afferma di vedere la Vergine sul Monte Casale, collina di Ponti sul Mincio, in provincia di Mantova. Ad ogni incontro, Caputa dice di ricevere un messaggio dalla Madonna, messaggio che il veggente scrive e diffonde ai fedeli.
 
Da allora migliaia di persone lo seguono in quel luogo, ribattezzato «Messaggera delle Grazie». Come sempre avviene in casi del genere, la Chiesa (la cui storia è piena di mistici prima «bastonati» e poi innalzati sugli altari) segue la vicenda con grande prudenza: basti pensare che nella storia relativamente recente solo le apparizioni di Lourdes e Fatima hanno avuto il timbro ecclesiale.

Nello specifico, la storia di Caputa è accompagnata da un certo scetticismo da parte delle istituzioni ecclesiastiche: «Salvo il rispetto dovuto alla persona, si tratta di esperienze del tutto soggettive», ha sentenziato la diocesi di Mantova, aggiungendo che certi aspetti «costituiscono piuttosto obiettive controindicazioni». Una formula che ha fatto propria anche la diocesi di Trento in occasione delle visite di Flavon, in val di Non (teatro di un blitz delle Iene) e Mestriago, in val di Sole.

Ora tocca alla diocesi di Bolzano-Bressanone, che a precisa domanda, martedì ha risposto così: «Si rispetta la persona, anche se si è convinti che si tratti di esperienze del tutto soggettive. Niente consente di pensare obiettivamente ad apparizioni, a visioni e a fatti soprannaturali. La chiesa di Aica di Fié allo Sciliar non é a disposizione come il Vicario Generale Josef Matzneller ha già annunciato». Alla prima visita di Salvatore Caputa c’erano poche decine di persone, ma la notizia della presunta apparizione si è diffusa rapidamente e la curia ha voluto mettere le mani avanti.
 
Caputa è abituato a convivere con diffidenza e ostilità: «Capisco quando predicano prudenza - ci ha detto martedì - perché su queste cose la Chiesa non può sbagliare. Ma non si può neppure giudicare o affermare senza prove che le mie visioni non sono autentiche».

Intende rinunciare? «Farò ciò che mi dice la Madonna: se lei non vuole, io non rinuncerò». Fino ad oggi, però, nessuno ha dato la disponibilità ad ospitarla: «All’inizio lo aveva fatto un parroco, poi però qualcuno ha vietato l’uso della chiesetta ad Aica. Ora attendo risposte, ci sono due-tre persone che si stanno dando da fare: a me basta un fazzoletto di terra, non importa se ad Aica o altrove. Purché sia in provincia di Bolzano».
 
Sorpreso da queste resistenze? «A parole tanti si dicono cattolici, poi però si fanno prendere dalla paura», conclude con amarezza Caputa.













Altre notizie

Attualità