Il vescovo alle “palliative”: sono con voi

Muser ha celebrato la Messa in via Fago: «Non ho risposte al dolore e alla sofferenza ma voglio portarvi il mio sostegno»



BOLZANO. «Cari malati, cari medici questo è un reparto particolare. Non sono qui per darvi risposte al dolore, alla malattia, alla sofferenza, all’umana fragilità ed alla delusione perchè... non le ho. Posso però portarvi il conforto della parola di Cristo». Così ieri il vescovo Muser. Ci sono luoghi in cui tutto passa in secondo piano, uno di questi è il reparto di cure palliative del San Maurizio, dove l'equipe di Massimo Bernardo assiste i pazienti affetti da malattie croniche ed i malati terminali: circa mille all’anno solo a Bolzano.

Reparto che per permettere la ristrutturazione degli spazi nelle ultime settimane ha lasciato il Padiglione W dell’ospedale per trasferirsi provvisoriamente al terzo piano del Centro di riabilitazione psichiatrica di via Fago 44.

E ieri il vescovo ha celebrato proprio in via Fago la messa di Natale alternando parole in italiano ed in tedesco, seguendo la tradizione instaurata dal suo predecessore Golser, portando la comunione nelle stanze di chi non ha potuto alzarsi dal letto. Ad accoglierlo oltre al direttore del Comprensorio di Bolzano, Umberto Tait ed a Paolo Conci, primario del Servizio di Medicina di base dell'Asl, una folla di persone, tra amici e parenti dei malati ricoverati o delle persone che non ci sono più. Una funzione sobria, incentrata sul tema del dolore e del messaggio di salvezza del Cristo incarnato nell'uomo. «Questo è il senso profondo del Natale - ha detto il vescovo - Dio si è incarnato anche nel dolore, si è fatto mortale per portarci un messaggio di gioia e di speranza. Sono un semplice testimone che non sa e non capisce tutto ma credo e spero che la malattia, il dolore e la morte non abbiano l’ultima parola. Ed è con profondo rispetto che ringrazio chi si prende cira e pensa ai pazienti delle palliative ed a tutti i nostri malati». Poi ha distribuito l'eucarestia, in un generale senso di commozione. Quindi l’abbraccio del reparto a Bernardo. Strette di mano, abbracci, tantissimi “grazie dottore”, per quello che avete fatto o per quello che state facendo. Tanti i volontari ed i familiari. Tanti i familiari di chi è passato per le Palliative e non c’è più. Tanti sui ritrovano alla messa del reparto per ripensare agli anni andati, a dolori trascorsi. Così una signora: «Mia madre è morta da sette anni. Grazie a questo reparto ha vissuto al meglio gli ultimi mesi di vita. Non finirò mai di essere grata al dottor Bernardo ed la sua equipe. Grazie». (v.f.)













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