la beatificazione

Il vescovo: «Mayr-Nusser scomodo anche da beato»

Ivo Muser: «Nella Chiesa c’era chi era contrario. Il suo esempio ci pone davanti alle nostre responsabilità»



BOLZANO. “Rimarrà scomodo anche da beato, il nostro Mayr Nusser...” Ivo Muser va dritto al punto parlando del nuovo beato: "Ci abbiamo messo tanto, come società e non solo come Chiesa a guardarlo in faccia". E col suo "no" a Hitler ha messo in crisi una intera generazione. "E ancora oggi - aggiunge sottovoce il vescovo - c'è chi non accetta fino in fondo la sua lezione. Eh, lo so: quelli durante la guerra sono stati anni di scelte. E chi ha scelto in modo sbagliato va in crisi con Mayr Nusser". Ecco la lezione che non smette di far stare scomodi. Ma Ivo Muser va oltre, nel giorno della presentazione dell'agenda delle celebrazioni del 18 marzo nel suo duomo.

E dice, quasi scandendo le parole : «Non c'entrano solo i cristiani in questo portare agli altari Mayr Nusser, c'entra la società. Il Sudtirolo di oggi. Lui sceglie con la sua coscienza ma le sue scelte le porta tra gli uomini, nella "polis". E tradotto, il suo messaggio oggi dice questo: no ai populismi. Alle scelte facili, sull'onda. Ma sì alla convivenza. Non solo con i nuovi arrivati ma qui, ora tra i nostri gruppi etnici. Tra tedeschi e italiani. Convivere e rifiutare i no all'accoglienza». Più chiaro di così Ivo Muser non poteva essere. Chiaro col suo gregge. Ma anche con tutta la società altoatesina-sudtirolese ancora piena di vecchi rancori, di storia rimossa e di difficoltà ad accettare i vicini di casa. Figuriamoci i "fratelli lontani", gli immigrati. Insomma, proprio scomodo "Pepi". Morto in un vagone piombato diretto a Dachau, nel '45 dopo aver rifiutato di giurare al Führer e averlo fatto di fronte a tutti i commilitoni. Con grande scandalo. Sta qui la sua scelta resistenziale. "E dunque anche politica - ha insistito il vescovo - vale a dire tra gli uomini, nella società". Non si può sempre far finta di nulla, vuole dirci. E quindi anche la sua beatificazione sarà uno dei momenti in cui questa binomia pubblico-privato, religioso-politico emergerà in tutti i suoi valori per l'oggi. Sarà il 18, il giorno della messa solenne in duomo. Alla presenza del cardinale Angelo Amato, prefetto della congregazione dei santi e dei beati. Inizierà tutto alle 10. Ci saranno invitati e no. «Ma dalle 9.40 non varranno più gli inviti - ha detto Martin Pezzei, addetto alle pubbliche relazioni della diocesi - e quindi chiunque potrà prendere posto ovunque». In duomo sono previsti almeno duemila posti. Ma ci potranno stare, anche ai lati, almeno tremila persone. Tuttavia il cerimoniale inizia subito. Innanzitutto è attivo da ieri il sito in cui si troverà ogni cosa: www.josef-mayr-nusser.it. Poi sono già state avviate mostre in tutta la diocesi e nelle chiese. Il 17 marzo, 24 ore prima del gran giorno, processione "a stella", partendo da diversi punti della città. Formando, appunto, una stella. Alle 20 dalla chiesa dei Francescani, poi alle 19.30 da maso Nusser, ai Piani di Bolzano, e da piazza Parrocchia, già chiesa di San Nicolò, ancora all'ingresso del parcheggio Mayr-Nusser in piazza Verdi e infine, alle 19.45 partenza da via Weggenstein 45, sede della ditta Eccel. La processione proseguirà verso il duomo di Bolzano dove alle 20.45 si farà il rinnovo delle promesse battesimali. Il giorno dopo, 18 marzo, tutte le parrocchie che normalmente nei giorni di festa espongono bandiere sono invitate a farlo anche quel sabato e anche il giorno seguente, quando si terrà la messa di ringraziamento. Sabato 18 la celebrazione solenne inizierà in duomo alle 10, alla presenza del vescovo e del cardinale Amato. L'accesso al duomo è previsto dalle 8.30. Un'ora dopo non varranno più gli eventuali posti assegnati. I posti a sedere saranno indicati con diversi colori. Lo scrigno con le reliquie del nuovo beato sarà traslato in duomo durante la beatificazione e sarà a disposizione per le preghiere fino al giorno dopo. Domenica 19 sarà poi portato in processione solenne fino al suo luogo definitivo che sarà vicino all'altare di San Floriano. Il 19 marzo, infine, le campane suoneranno alle 12 in tutta la diocesi di Bolzano. In segno "di gioia e di gratitudine". La messa di ringraziamento avrà poi luogo nel pomeriggio, dalle 15 sempre in duomo. Particolare molto evangelico: dopo la beatificazione, i fedeli saranno invitati a mangiare qualcosa insieme. "Probabilmente una pasta" ha detto il vescovo. (p.ca.)













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