Imi, la prima rata entro il 16 di giugno

Nel resto d’Italia, fra Imu e Tasi si pagherà di più. L’imposta vale anche per i genitori separati a cui vengono affidati i figli


di Davide Pasquali


BOLZANO. Imi, ossia la nuova imposta municipale sugli immobili: la prima rata si pagherà entro il 16 giugno, la seconda entro il 16 dicembre. Lo si evince dalla bozza di disegno di legge della giunta provinciale, ora al vaglio di fiscalisti, commercialisti e revisori contabili in attesa di essere approvata dal consiglio provinciale. Che dovrà approvare in fretta, per permettere ai Comuni di elaborare i rispettivi regolamenti e formare il personale.

Prima l’Ici, poi l’Imu, ora l’Imi. Il cittadino è disorientato e il legislatore se ne rende conto. Il ddl spiega che la recente modifica dell’articolo 80 dello Statuto di autonomia permette alla Provincia di intervenire in materia di tributi locali. Dunque, con l’Imi si sostituiscono i tributi immobiliari nazionali (Imu e Tasi) e se ne ridefiniscono alcuni aspetti. In particolare, distaccandosi dalla normativa nazionale, è possibile mettere al riparo Comuni (e cittadini) «dalle costanti modifiche normative che hanno caratterizzato lo scorso biennio, consentendo una migliore programmazione finanziaria». Inoltre, «vengono previste diverse semplificazioni e specifici adattamenti al territorio, nonché cospicue riduzioni e agevolazioni per le famiglie e le imprese».

Noi, più fortunati? L’articolo 10 del ddl è il più atteso, perché riguarda l’esenzione per le prime case. Che tecnicamente non è affatto un’esenzione, ma una detrazione. E non è la stessa cosa. La nuova disciplina si discosta notevolmente da quanto fino ad oggi previsto in Italia. Si prevede una detrazione basata non su un ammontare fisso, ma differenziata in base ai diversi valori catastali delle abitazioni nei vari Comuni. In tal modo è possibile, di fatto, esentare le stesse tipologie di abitazioni a prescindere dai valori catastali. Un appartamento “normale” risulterà dunque esentato sull’intero territorio provinciale. Rispetto all’attuale normativa statale, la legge provinciale tende ad esentare tutte le abitazioni di dimensioni non eccezionali. In contrasto, a livello nazionale sono state nominalmente esentate dall’Imu le abitazioni principali. Al tempo stesso, però, è stata introdotta la Tasi «che risulta spesso più onerosa della precedente imposta».

L’articolo 10. Il ddl è lungo e complesso, ma è il caso di citare per esteso almeno l’articolo relativo alla detrazione per l’abitazione principale: «Dall’imposta dovuta per l’unità immobiliare adibita ad abitazione principale e per le relative pertinenze è detratto un importo pari all’imposta dovuta per un’abitazione della categoria catastale A/2, classe 1, 7 vani». Alla legge verrà allegata la relativa tabella, Comune per Comune. «La detrazione è fruita fino a concorrenza dell’ammontare dell’imposta dovuta». Tradotto: a Bolzano città la prima casa non paga se non sfora i 110 mq, sopra si paga ma solo il di più. Ché alla detrazione hanno diritto tutti.

Genitori separati. Rispetto alle precedenti formulazioni relative a Imu e Ici è stato inserito come soggetto passivo di imposta anche «il genitore al quale è stata assegnata l’abitazione a seguito di provvedimento giudiziale di affidamento dei figli». Questo al fine di equiparare i figli delle coppie di fatto con i figli delle coppie sposate.

Equiparazioni. Sono equiparate alle abitazioni principali: le abitazioni possedute da anziani o disabili residenti in istituti di ricovero o sanitari (purché l’abitazione non risulti locata); gli alloggi regolarmente assegnati dagli istituti di edilizia sociale; le abitazioni appartenenti alle cooperative edilizie a proprietà indivisa, adibite ad abitazione principale dai soci assegnatari. Riduzioni di base imponibile spettano agli edifici di interesse storico o artistico e agli edifici inagibili o inabitabili.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità