Imi: prime case esentate fino a 110 metri quadri
Ecco cosa cambierà per gli altoatesini rispetto alla vecchia Imu I Comuni alla ricerca di 10 milioni. Disegno di legge all’esame del Consorzio
BOLZANO. Una volta si chiamava Ici, poi è diventata Imu e adesso con il passaggio dallo Stato alla Provincia della competenza in materia di tributi, si chiamerà in italiano Imi, ovvero Imposta municipale sugli immobili, Gis in tedesco. Ma al di là della denominazione, cosa cambia per il contribuente?
«Con l’Imi si vogliono introdurre - spiega Eros Magnago, segretario generale della Provincia - due principi: maggior equità nella quantificazione e ripartizione delle imposte e stabilità, per evitare che ogni cinque-sei mesi il cittadino si trovi a fare i conti con nuove imposte».
Questi i principi di fondo, ma in concreto cosa cambia?
Esenzione sulla prima casa. Prima l’Ici e poi l’Imu prevedevano l’esenzione sulla prima casa in quanto tale, ad eccezione delle case di lusso. «La Provincia di Bolzano con l’Imi - spiega Magnago - rivede e corregge il principio dell’esenzione generale sulla prima casa, stabilendo che l’esenzione riguarda la prima casa che rientra nella categoria A2 e ha sette vani, che corrisponde più o meno a 110 metri quadrati. Ciò significa che case più grandi dovranno pagare la differenze sui metri quadrati in più».
Alberghi e negozi. Con l’Imi si riduce dal 7,6% al 5,6% l’aliquota sugli immobili di categoria D, ovvero alberghi e negozi, e per le categorie C1 e C3, ovvero bar e capannoni.
Motivo di tale sconto?
«Per una questione di equità - dice Magnago - si è deciso di ridurre l’aliquota per questi immobili. Con l’introduzione dell’Imu i proprietari si sono trovati a pagare il doppio, se non il triplo, rispetto a prima. Ci sono albergatori, tanto per fare un esempio, che hanno dovuto pagare 25-30 mila euro d’imposta».
La Tasi. Nel resto d’Italia si pagherà la Tasi, ovvero la tassa annuale sui servizi come manutenzione stradale o l’illuminazione comunale. In Alto Adige invece non si pagherà.
Minori entrate. Le misure decise dalla Provincia porteranno nelle casse dei Comuni 55 milioni di euro in meno, 45 saranno coperti dalla Provincia, gli altri 10 saranno a carico delle amministrazioni municipali. Al Consorzio dei Comuni il presidente Andreas Schatzer e i suoi collaboratori stanno facendo i conti, per vedere se l’operazione è sostenibile. Venerdì è prevista la riunione del Consorzio chiamato ad esprimere un parere.
Martedì il disegno di legge sull’Imi tornerà in giunta, quindi l’esame in consiglio provinciale. Per compensare le minori entrate derivanti dall’applicazione dell’Imposta municipale sugli immobili, i Comuni potrebbero decidere di aumentare l’aliquota su tutti gli altri immobili che non siano prima casa, significa dunque seconde abitazioni ma anche capannoni e terreni.(a.m)