Imu anche per i contadini, Roma dà il via libera

Approvato l’emendamento Volkspartei: l’Alto Adige potrà decidere da solo Allarme del Bauernbund sull’Irpef. Durnwalder: stabiliamo nuovi criteri


di Marco Rizza


BOLZANO. I contadini altoatesini dovranno pagare l’Imu. Il «compromesso altoatesino» è salvo - ma Durnwalder annuncia che potrebbero esserci ritocchi visti gli aumenti imprevisti dell’Irpef. Ieri la commissione Finanze della Camera ha approvato infatti un emendamento dei deputati Svp Siegfried Brugger e Karl Zeller al decreto fiscale che prevede in sostanza l’autonomia impositiva per l’Alto Adige (e il Trentino) limitatamente ai fabbricati rurali a uso strumentale. In sostanza: mentre Roma aveva deciso che tutti gli agricoltori di montagna - quindi compresi gli altoatesini, anche di fondovalle - sarebbero stati esentati dall’Imu, questo emendamento permette alla Provincia di decidere in autonomia cosa fare. Paradossalmente quindi Bolzano potrebbe essere più severa coi contadini altoatesini di quanto non lo sia stata Roma. Per capire cosa sta succedendo conviene fare un passo indietro. Quando in Alto Adige si scopre che l’intenzione del Parlamento (anche in base a un emendamento presentato dalla senatrice Thaler Ausserhofer) è di esentare tutti i contadini di montagna dal pagamento dell’Imu, scoppia una rivolta nelle altre categorie economiche, nei Comuni e nei sindacati. Perché i contadini no e tutti gli altri sì? Inizia allora una complessa trattativa, il cui esito finale è la legge approvata dal consiglio provinciale: niente Imu per i fabbricati strumentali (stalle, fienili, malghe) ma aliquota al 2 per mille per cooperative e agriturismi; Comuni responsabili dell’applicazione.

È questo il «compromesso altoatesino». A metterlo in discussione è appunto la volontà del Parlamento di esentare tutti i contadini di montagna, ma l’emendamento Svp di fatto ripristina la legge provinciale.

Ma non è detto che la partita si chiuda qui. Rispetto ai termini dell’accordo è arrivata infatti - sempre da Roma - un’altra novità: l’Irpef anche per i fabbricati strumentali. E infatti nel Bauernbund - che calcola maggiori imposizioni per 8 milioni - c’è chi vuole rimettere mano ai patti: questo nuovo aggravio, dicono, cambia le carte in tavola. Ma se c’è qualcuno che vuole lanciare una campagna di questo tipo, avverte il presidente del Consiglio dei Comuni, Arno Kompatscher, «è meglio che ci pensi due volte. L’Irpef infatti non riguarda le cooperative agricole, e in ogni caso se ne parla dal 2013. L’aggravio semmai potrebbe essere per gli agriturismi, che però pagheranno una Imu del 2 per mille contro il 7,6 per mille degli affittacamere. E comunque tutti paghiamo Imu e Irpef ».

L’onorevole Brugger da parte sua si toglie qualche sassolino: «L’emendamento entrerà nel decreto fiscale, quindi la legge provinciale non sarà impugnata - dice -.Certo che se avessero aspettato un po’, a Bolzano, avrebbero avuto un quadro più chiaro, e non si sarebbero trovati con la sorpresa dell’aggravio Irpef, su cui non è possibile presentare emendamenti a Roma». A Roma, aggiunge, i lavoro non è stato semplice: «Tutti gli altri partiti pensavano si trattasse dell’ennesimo privilegio per Bolzano e Trento, abbiamo dovuto spiegare che in questo caso lo Stato aveva solo da guadagnare...».

Partita chiusa? Forse no. Luis Durnwalder prevede nuove modifiche: «Bene per l’approvazione a Roma, ora dovremo stabilire nuovi criteri per tamponare l’introduzione dell’Irpef, magari con detrazioni. Ma l’impianto della legge resta».E l’assessore Berger: «Ora dobbiamo applicare la legge con equità, facendo i conti anche con l’Irpef».

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