Imu, la prima casa costerà 238 euro

Le stime dei Comuni per un alloggio di medie dimensioni. Artigiani + 112%


Francesca Gonzato


BOLZANO. E stangata sarà. Sempre più amare le proiezioni di quanto costerà l'Imu. 238 euro la prima casa, rincari medi del 60% sul resto. Nuove stime sono emerse ieri al Consiglio dei Comuni nella relazione del presidente Arno Kompatscher. I sindaci chiedono alla Provincia di cancellare le agevolazioni per le grandi coop agricole.

Il Consiglio dei Comuni ha esaminato ieri il disegno di legge provinciale «Disposizioni in materia di imposta municipale propria» su cui è chiamato a dare un parere. La settimana prossima toccherà alla commissione legislativa provinciale, per approdare poi in aula.Da sindaci e assessori è arrivata la richiesta di alcune modifiche, «per garantire una legge più equa». Per Bolzano hanno partecipato il sindaco Luigi Spagnolli, il vice Klaus Ladinser e l'assessore Luigi Gallo.

Al di là delle agevolazioni che i Comuni altoatesini potranno varare avvalendosi del ventaglio previsto dalla legge provinciale, oltre ai 200 euro di detrazione sulla prima casa fissati dalla legge nazionale (più 50 euro per figlio), le previsioni sulla stangata sui cittadini sono nere. «E in più tutto il gettito supplementare dovrà andare a Roma, non ai Comuni che si attesteranno su un gettito simile alla vecchia Ici», ribadisce Kompatscher. «Faremo da esattori per Roma, mettendoci la faccia», chiosa Gallo. Ieri sono state presentate alcune proiezioni. La stima per una prima casa di medie dimensioni (aliquota base 4 per mille) costerà 238 euro (già defalcati i 200 euro di detrazione). Fino all'anno scorso l'Ici sulla prima casa era abolita.

Da vertigini gli aumenti per gli altri fabbricati (aliquota base 7,6 per mille), vale a dire dalla seconda casa in su, immobili commerciali, artigianali, pubblici esercizi, industriali. Alcuni esempi: seconde case rincari del 73%, per gli hotel fino all'82%, immobili artigianali più 112%. Prosegue la mobilitazione preventiva per chiedere ai Comuni di attenuare il più possibile l'impatto al momento di fissare le aliquote. Di ieri la lettera inviata alle amministrazioni comunali della Val d'Isarco da parte di Cgil, Cisl, Uil e Asgb.

I Comuni hanno infatti la possibilità di manovrare in su e in giù del 2 per mille l'aliquota sulla prima casa, e del 3 per mille l'aliquota del 7,6 per mille. Oltre a queste potranno aggiungersi le agevolazioni previste nella legge provinciale per abitazioni concesse in uso ai parenti, fabbricati di interesse storico o artistico, fabbricati rurali ad uso stumentale e abitazioni locate nei quali l'inquilino fissi la residenza principale. I sindacati chiedono aliquota minima per la prima casa, attenzione alle persone a basso reddito, aliquota massima per immobili sfitti e infine che «tra appartamenti, attività produttive, agricoltura e Chiesa si trovi un sistema che garantisca equità e solidarietà tra i cittadini». Questa linea viene in fondo rivendicata dal Consiglio dei Comuni nel chiedere alla Provincia che dalle agevolazioni previste per i fabbricati rurali ad uso strumentale, riferisce Kompatscher, «vengano escluse le cooperative agricole. Bene invece le detrazioni per fabbricati come stalle e fienili, una misura da noi sollecitata. Non avevamo invece chiesto che i benefici venissero estesi anche ai capannoni delle cooperative».

Lo Stato riceverà il 50% di tutta l'Imu, tranne la prima casa. Oltre a questo, i Comuni dovranno versare quanto ancora resterà di maggior gettito incassato rispetto all'Ici. La stima per i Comuni altoatesini, ha risposto il governo all'interrogazione di Karl Zeller, è scesa da 38 milioni a 16 milioni.

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