«In molti altri ospedali c’è già il codice argento» 

Dopo il sindaco Caramaschi, anche la federazione unitaria dei sindacati  chiede che al Pronto soccorso si crei una corsia preferenziale per gli anziani 



BOLZANO. «Un codice argento per gli anziani che arrivano al Pronto soccorso». Dopo il sindaco Renzo Caramaschi, adesso è la federazione unitaria dei pensionati a prendere posizione sulla situazione ormai insostenibile del Pronto soccorso dell’ospedale San Maurizio, dove le attese durano ore e i più penalizzati sono gli anziani. Sempre più spesso soli.

Sia i sindacati - Gastone Boz della Cgil, Bruno Facomatà della Cisl, Danilo Tomasini della Uil e Stephan Vieider della Asgb - che il primo cittadino chiedono una corsia ad hoc per gli anziani, come già in altre realtà italiane; e sul modello della corsia preferenziale prevista al San Maurizio per i bambini e le donne vittime di violenza. «Alle legittime richieste del sindaco Caramaschi sulla possibilità di istituire una “corsia preferenziale” per gli anziani, l’Asl - dicono i sindacati - si limita ad una risposta lapidaria: “la proposta non è giustificata da un punto di vista clinico d è inoltre “discriminatoria” nei confronti degli altri pazienti”. Francamente ci aspettavamo di più. Evidentemente l’Asl di Bolzano non è al corrente delle esperienze innovative in fatto di gestione di pazienti anziani già in atto fin dal 2009 in ben 4 Regioni italiane ((Veneto, Toscana, Lazio e Sicilia) in collaborazione con il Ministero della Salute».

Il codice d’argento. I rappresentanti sindacali dei pensionati ricordano che “in queste realtà è già operativo il cosiddetto “codice d’argento”, da affiancare al codice colore, che viene attribuito dall’infermiere triagista del Pronto soccorso alle persone anziane che sommano una serie di caratteristiche di fragilità: l’età avanzata, le patologie in atto o pregresse, i precedenti ricoveri, le terapie farmacologiche in corso, il sesso, la condizione di solitudine e altri parametri”.

Quando scatta il “codice d’argento”, l’anziano viene affidato ad un operatore sanitario e accompagnato al Reparto di Geriatria per la visita da parte dello specialista.

Non usufruiscono del “codice d’argento” gli utenti anziani che in Pronto soccorso hanno una condizione da “codice rosso” o da “codice giallo”; non ne usufruiscono neppure i pazienti anziani con problematiche minori e immediatamente risolvibili.

«Quindi - dicono i sindacati - nessuna discriminazione nei confronti degli altri pazienti».

«Ma è evidente - prosegue la nota - che è proprio l’età ad avere un peso nella valutazione del paziente: da una ricerca effettuata emerge che questo codice speciale di triage aggiuntivo per identificare i pazienti più fragili riduce di almeno il 12% la mortalità degli anziani durante il ricovero e fino ad un anno dopo (55° Congresso Geriatria Firenze)».

Questo sistema è già in corso presso il Pronto soccorso di Mestre e Venezia ed in molte altre realtà italiane che hanno aderito al progetto ministeriale con l’attivazione del percorso informatico e la formazione del personale infermieristico del triage.

Perché - chiede la Federazione unitaria dei pensionati - a Bolzano non è possibile?

«I dati confermano che questo approccio è generalizzabile e funziona nelle diverse realtà territoriali. Ovviamente occorre intervenire organizzando e potenziando i reparti di Geriatria. E ci chiediamo: ma se il ricorso al Pronto soccorso è consigliato unicamente per i casi di reale urgenza, perché non si attuano gli strumenti territoriali di prevenzione in grado di ridurre l’afflusso ai Pronto soccorso, come le cosiddette “Aggregazioni Funzionali Territoriali”, raggruppamenti di medici di famiglia che garantiscono per l’intera giornata e per tutti i giorni della settimana la tutela della salute della popolazione di riferimento. Se ne parla da 2 anni».

Proprio ieri Enzo Bertamini, tra i titolari del poliambulatorio “Medi Life” di Laives, ha detto che a Trento sono molto più avanti di noi, perché lì le Aggregazioni funzionali territoriali (Aft) funzionano bene, da noi si chiamano così, ma restano sulla carta.

I nuovi bisogni. I sindacati ricordano che la società che sta cambiando e chi ha la rappresentanza politica ha il dovere di orientare le scelte in base ai mutati bisogni di salute di cui il Pronto soccorso è specchio fedele: i nuovi bisogni assistenziali, l'invecchiamento della popolazione, i tempi d'attesa infiniti e diversi tra città, province, regioni e tra un'azienda sanitaria e l'altra, le difficoltà di gestire il sovraffollamento nelle sale d'attesa, la possibilità di dirottare i pazienti meno gravi sul territorio.

«Il Pronto soccorso di Bolzano sta già applicando percorsi di accesso preferenziali a fasce di popolazione in particolari condizioni di fragilità (vedi il codice rosa a supporto delle vittime di violenze o il Pronto soccorso Pediatrico), percorsi che funzionano, perché allora non prevedere anche la possibilità di istituire un Pronto soccorso per Anziani, considerato che questa è una fascia che copre quasi il 30% della popolazione e che sarà destinata soltanto a salire? Qui non si tratta di giustificazioni cliniche ma di scelte politiche e di risorse finanziarie da mettere sul piatto. Come Federazione dei sindacati dei pensionati torneremo su questi temi e ci aspettiamo impegni precisi da chi avrà la responsabilità politica».

La presa di posizione dei sindacati si chiude con la solidarietà espressa “a medici ed infermieri del Pronto soccorso di Bolzano per trovarsi, loro malgrado, al centro di critiche di cui non hanno colpa”.













Altre notizie

Attualità