Inceneritore, via ai controlli a Casanova

Montata la centralina. Trincanato: «Da lunedì dati in tempo reale sul sito dell’Appa». I residenti: meglio chiudere l’impianto


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Da lunedì gli abitanti di Casanova – dove la paura di un aumento dei valori delle diossine è cresciuta non poco negli ultimi mesi – potranno conoscere in tempo reale le emissioni del termovalorizzatore a Bolzano Sud. L'assessore comunale Patrizia Trincanato, che non ha mai fatto mistero del suo scetticismo per il nuovo impianto, anche perché troppo vicino ad una zona residenziale, è riuscita dunque nel suo intento. D'intesa con l'Appa (l'Agenzia provinciale per l'ambiente), è riuscita a far montare, infatti, una centralina per rilevare tutte le sostanze dell'inceneritore in tempo reale. È stata posizionata in via Rasmo, nella zona delle cooperative e delle case Ipes, dove sta “montando” la protesta per i quattro guasti in quatto mesi durante la fase di collaudo.

«L'impianto - sottolinea la Trincanato - è oggettivamente vicino al quartiere. A poco meno di due chilometri. Ed è giusto che i residenti abbiano uno strumento per conoscere in tempo reale i valori, giorno per giorno, quasi minuto per minuto oserei dire». L’assessora è andata a dirlo anche ieri sera all'assemblea del quartiere Don Bosco.

La linea, per il futuro, è dunque quella di garantire la massima trasparenza. «I dati saranno consultabili sul sito dell'Appa, ma anche sulla pagina web del Comune ci sarà un link che rimanda alle cifre. Poi è evidente, che – al di là della nuova centralina – noi amministratori siamo convinti che la situazione potrà normalizzarsi non appena l'impianto passerà in mano pubblica, ovvero il prossimo 27 aprile, con l'affidamento in house all'Eco Center. Per noi è una questione di trasparenza: la salute dei cittadini avrà l’assoluta priorità e non ci sarà nemmeno la tentazione di volerci guadagnare, che potrebbe avere invece un gestore privato».

Ma gli abitanti di Casanova cosa ne pensano? Certo, sono contenti, dell'allacciamento della nuova stazione di rilevamento, ma restano ancora piuttosto perplessi. Non tutte le paure sono state fugate. A prendere posizione è stato ieri il Laboratorio del quartiere, che riunisce le famiglie della zona. «Quattro guasti in quattro mesi: si tratta di una serie di incidenti davvero inaccettabile - sottolinea Peter Malfertheiner, portavoce del Laboratorio - e siamo arrivati alla conclusione che i costi e i rischi legati a questo gioiellino tecnologico sono davvero troppo elevati. Se questi sono i presupposti chiediamo che l'impianto venga spento definitivamente. Siamo convinti della veridicità di un vecchio adagio che dice “meglio evitare di fare ciò che non si sa fare”».

L’accusa è indubbiamente pesante. La Provincia, in considerazione dei malumori crescenti, ha ribadito proprio ieri come «allo stato attuale delle cose non ci siano assolutamente rischi per la salute dei cittadini del quartiere».

Il Laboratorio Casanova è sulla stessa lunghezza d'onda delle associazione ambientaliste che - dopo aver presentato un esposto in Procura - chiedono con forza la chiusura dell'impianto. A margine c'è anche il momento difficile vissuto dai lavoratori del termovalorizzatore, poco meno di una quarantina, che temono per il loro posto di lavoro. Ecco perché Comune, dipendenti ma anche residenti fanno il tifo affinchè il passaggio in mano pubblica dell'impianto avvenga il prima possibile.

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