Inchiesta energia:Laimer e Rainer a processo

Il giudice dispone il rinvio a giudizio: prima udienza fissata per il 15 ottobre


di Mario Bertoldi


BOLZANO. Il teorema d’accusa della Procura ha retto benissimo alla prima verifica imposta dalla procedura penale. Per la prima inchiesta legata allo scandalo Sel, il giudice Walter Pelino ha infatti disposto il rinvio a giudizio di entrambi gli imputati: l’ex assessore provinciale Michl Laimer e l’ex direttore generale Maximilian Rainer verranno processati con rito ordinario dal 15 ottobre prossimo. Il capo d’imputazione resta invariato.

Tutte le istanze probatorie avanzate dagli avvocati di difesa sono state respinte. Potranno essere ovviamente riproposte in occasione del processo di merito. Ieri sera in aula, alla lettura della sentenza, c’è stato qualche attimo di tensione in quanto gli avvocati di difesa probabilmente ritenevano di poter ottenere una semplificazione del quadro accusatorio per alcune delle contestazioni mosse.

«In una certa misura - ha commentato l’avvocato Carlo Bertacchi, difensore di Maximilian Rainer - speravamo in una valutazione o lettura più approfondita di alcuni atti. Soprattutto per alcune fattispecie contestate ritengo vi fossero gli estremi per lo meno per una rimodulazione delle contestazioni. Ricordo a me stesso che il giudice è tenuto a pronunciare sentenza di non luogo a procedere anche quando gli elementi acquisiti risultino insufficienti, contradditori o comunque insufficienti a sostenere in giudizio una prognosi di condanna».

Di prove carenti parla l’avvocato Gerhard Brandstätter, difensore dell’ex assessore Laimer. «Abbiamo sempre sostenuto che vi fossero gli elementi per arrivare ad un proscioglimento già in sede preliminare - dice - ma non ne facciamo un dramma. Certo siamo un po’ delusi anche se un po’ ce l’aspettavamo che in questa sede fosse difficile trovare adeguati spazi di difesa per una situazione che appare obbiettivamente complessa. Ma siamo ottimisti perchè nel giudizio di merito avremo tutte le possibilità di dimostrare l’insussistenza delle accuse».

Nessun dramma, dunque, la difesa si prepara già all’appuntamento in aula in autunno. Sarà il tribunale in composizione collegiale (probabilmente sotto la presidenza della giudice Carla Scheidle) ad occuparsi del caso. Si preannunciano momenti «caldi» perchè questo processo per la prima volta è destinato a svelare presunte logiche clientelari vigenti anche in Alto Adige sottoposte ad una rigida regia del potere politico.

Come noto l’inchiesta è quella relativa alla concessione per la gestione della centrale idroeletrica di Sant’Antonio. La Provincia (nella persona dell’assessore Laimer) invece di essere arbitro della gara che vedeva concorrenti due soggetti, la Sel (a totale controllo provinciale) e la Eisackwerk srl (dell’imprenditore Hellmuth Frasnelli), avrebbe favorito la prima, andando contro le stesse indicazioni fornite dai propri esperti dell’ufficio elettrificazione.

Il gruppo Frasnelli lamenta rilevanti danni economici e si è costituito parte civile con l’intenzione di presentare il conto. Il patrocinio è stato affidato all’avvocato Beniamino Migliucci. Una mossa che ha rafforzato ulteriormente l’accusa. Ma la difesa, come annunciato ieri, è pronta a dare battaglia su tutti i fronti.

«Secondo noi - ha commentato a fine udienza l’avvocato Migliucci - gli atti confermano che si agì per procurare un interesse ad una società controllata dalla Provincia ai danni di un imprenditore privato che aveva le sue buone ragioni per vincere che quindi ha subìto dei torti. Sono state violate delle norme di diritto che rendono gli atti posti in essere in seguito dalla giunta contro il diritto».

La posizione processual mente più pesante è quella di Michl Laimer. Per l’ex assessore provinciale il capo d’imputazione parla di abuso d’ufficio aggravato e continuato, tentata concussione, rivelazione di segreto d’ufficio, falso ideologico in atto pubblico.

L’ex direttore generale di Sel Maximilian Rainer deve rispondere degli stessi reati in concorso ad eccezione della tentata concussione. Fra le presunte parti lese oltre all’imprenditore Frasnelli, figurano anche la Eisakwerk srl e la Obermarbach sas, società controllata al 90 per cento da Frasnelli e al 10 per cento dal commercialista Roland Rabanser. Sono i soggetti che, secondo il teorema accusatorio, avrebbero subìto un vero e proprio ricatto.

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