Inchiesta sui rimborsi milionari alla Sad

La Corte dei Conti «avvisa» due giunte provinciali e funzionari: «3 milioni di danni per l'Irap»


Francesca Gonzato


BOLZANO. Bufera a Palazzo Widmann. La Corte dei Conti ha aperto una inchiesta che coinvolge due giunte provinciali, dirigenti e impiegati provinciali. In tutto 19 persone. Sotto accusa sono presunti rimborsi irregolari dell'Irap alla Sad per gli anni 2004-2008. Viene contestato un danno erariale di almeno 3,063 milioni di euro ai danni delle finanze provinciali. La Sad per cinque anni ha ottenuto dalla Provincia il rimborso dell'Irap sotto forma di contributi di esercizio. Una pratica che secondo la magistratura contabile non poggia su alcuna autorizzazione normativa.

L'inchiesta della procura della Corte dei Conti è arrivata alla fase dell'invito a dedurre. I 19 inviti firmati dal sostituto procuratore generale Robert Schülmers e dal procuratore regionale Fausta Di Grazia sono stati notificati nelle scorse ore, provocando sconcerto a Palazzo Widmann per l'entità del danno contestato. Questo l'elenco. Per la giunta provinciale 2003-2008 e 2008-2013: Luis Durnwalder, Otto Saurer, Luisa Gnecchi, Hans Berger, Luigi Cigolla, Werner Frick, Sabina Kasslatter Mur, Michl Laimer, Florian Mussner, Richard Theiner, Thomas Widmann, Christian Tommasini e Barbara Repetto (non ancora sostituita da Roberto Bizzo). Per l'amministrazione provinciale: il capo dipartimento Gianfranco Iellici, Luigi Corradini, Roberto Rubbo, Edith Zanotti, Fernando Bettega e Tristano Vicini.

Va precisato che l'inchiesta copre cinque anni di rimborsi in cui le persone invitate a dedurre hanno ricoperto, secondo la procura contabile, responsabilità diverse in diversi lassi temporali. In alcuni casi viene contestato un comportamento colposo, in altri doloso. In particolare i rimborsi relativi agli anni 2007 (308.348 mila euro) e 2008 (155.535 euro) vengono attribuiti al solo assessore Widmann con Iellici, Rubo, Zanotti e Bettega.

L'inchiesta, che si basa su accertamenti effettuati dalla Guardia di finanza, è nata da una denuncia presentata da Tristano Vicini, ex direttore dell'ufficio provinciale Trasporto locale di persone, conosciuto per altre vertenze giudiziarie che lo hanno visto contrapposto all'amministrazione provinciale. La Guardia di finanza ha accertato che la società privata Sad, in relazione all'attività di concessionario di trasporti pubblici, ha ottenuto sotto forma di contributi di esercizio il quasi integrale rimporso dell'Irap versata per gli anni dal 2004 al 2008.

Nell'invito a dedurre si elencano le spiegazioni prodotte da giunta provinciale e uffici per motivare il rimborso. Ma la procura contabile contesta: «Che tale rimborso sia avvenuto in maniera del tutto ingiustificata lo attestano anche l'enorme confusione ed incertezza circa le ragioni poste a fondamento della decisione di rimborsare l'Irap alla Sad». L'assunto della procura è netto: nessuna disposizione di legge, né statale, né tantomeno provinciale contemplava o contempla un'esenzione totale o parziale delle imprese di trasporto locale dal pagamento dell'Irap. Al contrario, viene specificato, esistevano disposizioni normative sul totale assoggettamento di tali imprese al tributo statale.

L'indagine si è basata finora sull'analisi di documenti e sull'audizione di alcuni dei dipendenti provinciali coinvolti. Il primo rimborso, relativo al 2004, era stato deciso con una delibera di giunta del 15 giugno 2006. Un passo avallato dal direttore di ripartizione Rubbo, sulla base di pareri interni agli uffici. Dalle testimonianze raccolte viene citato un «accordo tra i vertici Sad Spa e i vertici della ripartizione e del dipartimento». Ma quell'accordo non aveva base legislativa, contesta la Corte dei Conti.

L'invito a dedurre cita altri fatti ritenuti di rilievo, emersi durante le audizioni: la ripartizione Mobilità avrebbe delegato alla Sad l'effettuazione di spese di competenza provinciale, che l'ente publbico non poteva effettuare per i vincoli del patto di stabilità. Citando Iellici, i magistrati riassumono: la Sad era invitata a fare da «banca» alla Provincia.

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