Indagini sul doppio omicidio: il fiume restituisce nuovi reperti 

La seconda giornata di ricerche. La squadra dei sommozzatori del Centro dell’Arma di Genova ha perlustrato il tratto di Adige nella zona di Ora. Ciò che è stato recuperato verrà analizzato per capire se apparteneva a Peter Neumair



Bolzano. Il fiume restituisce nuovi reperti che andranno ora analizzati per capire se appartenevano a Benno Neumair o a sua moglie Laura Perselli.

Massimo riserbo da parte degli investigatori su quanto recuperato ieri, nella seconda giornata di ricerche sull’Adige, da parte dei sub del Centro carabinieri sommozzatori di Genova Voltri. Un team formato da sette specialisti - tra cui Lorena Gaudiano, la prima donna a ottenere il brevetto per entrare in quella che è la più antica specialità dell’Arma - coordinati dal luogotenente Maurizio Gargiulo, comandante del Nucleo. Su di loro - abituati ad operare in scenari complessi come nel 2012 quando sono entrati nel relitto della Costa Concordia, davanti all’isola del Giglio, per cercare eventuali superstiti e per recuperare i corpi delle vittime del naufragio - sono riposte le ultime speranze di recuperare il corpo di Peter Neumair, 63 anni, ucciso secondo la Procura assieme alla moglie Laura Perselli, 68 anni, la sera del 4 gennaio dal figlio Benno. Il giovane è in carcere con l’accusa di duplice omicidio e occultamento di cadavere. Ricordiamo che il corpo della donna era stato recuperato il 6 febbraio. Ad individuarlo una squadra dei vigili del fuoco volontari durante la perlustrazione dell’argine sinistro, all’altezza di Laghetti, poco a nord del ponte di San Floriano.

Le ricerche, iniziate ieri mattina poco dopo le 9, hanno riguardato un tratto di fiume tra il ponte di Ora e quello della ferrovia del Brennero.

Una ricerca chirurgica

I sette sommozzatori, a bordo di due gommoni, hanno scelto di scandagliare quella parte del corso d’acqua, dopo essersi consultati con i vigili del fuoco che, già nei giorni scorsi, sono stati impegnati nelle ricerche della coppia.

Un lavoro non facile quello degli specialisti arrivati da Genova, perché il fiume in genere è molto più complicato da “esaminare” di mare e lago, a causa della corrente e della scarsa visibilità. Per questo i sub che scendono sul fondo dell’Adige, oltre che sulla ricerca visiva, puntano su quella tattile.

Se il nucleo del soccorso subacqueo dei vigili del fuoco volontari, ha operano per così dire a tutto campo, andando dal ponte della discarica Ischia-Frizzi - da dove gli inquirenti ipotizzavano che Benno, 30 anni, abbia buttato i corpi dei genitori - fino alla diga di Mori; il team dell’Arma sta facendo una ricerca di tipo “chirurgico”.

Lo studio del fiume

I tratti, dove vengono effettuate le immersioni, sono stati scelti dopo aver studiato nel dettaglio le caratteristiche dell’Adige. Quindi i sommozzatori scendono nei punti dove il fiume è più profondo oppure in quelli in cui sono stati segnalati degli avvistamenti. Di cosa? Di quello che da lontano potrebbe apparire un corpo e poi non lo è; oppure di un indumento che potrebbe appartenere a Peter. A conferma che è proprio nell’Adige che è stato gettato la sera del 4 gennaio, dopo essere stato ammazzato assieme alla moglie nell’appartamento di via Castel Roncolo. Le ricerche riprenderanno questa mattina e proseguiranno tutta la settimana.













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